Le pietre miliari dell’analisi ciclica sono state poggiate negli anni Settanta da un ingeniere aerospaziale impiegato alla Nasa.
Un facoltoso e ristretto gruppo di investitori californiani affitta uno dei pochi calcolatori disponibile e chiede all’ingeniere JM Hurst di coadivuarli nello studio statistico del mercati azionari.
Il risultato, oltre 30.000 ore di dati informatizzati ed analizzati, aprono la nuova frontiera dell’analisi ciclica e vengono sintetizzati ne The Profit Magic of Stock Transaction Timing pubblicato nel 1972 ed approfondito poi con una seconda pubblicazione Cyclic Analysis: A Dynamic Approach to Technical Analysis.
Dopo Hurst la naturale ciclicità non riguarderà più solo i fenomeni naturali e le attività umane, il giorno che segue la notte, l’alternanza delle stagioni, le maree, i moti di rotazione e rivoluzione dei pianeti ma anche i corsi degli strumenti finanziari.
E con Hurst l’analisi ciclica trova i suoi principi e le sue fondamenta teoriche mai messe realmente in discussione ma solo approfondite, sviscerate, ottimizzate.
Modello ciclico
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