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Il cielo a microonde

Creato il 31 dicembre 2010 da Simone D'Angelo @SimonDangel
Il satellite europeo Planck scatta la più antica fotografia dell’universo
Il cielo a microonde

L'universo primordiale fotografato dal satellite Planck

La radiazione cosmica di fondo e la Via Lattea sono le due protagoniste indiscusse della mappa a tutto cielo ottenuta da Planck, il satellite dell’European Space Agency per lo studio dell’origine dell’universo, nel corso del suo primo rilevamento.

«Questo è il momento per il quale Planck è stato concepito», ha dichiarato il direttore della sezione ESA di Scienza ed Esplorazione Robotica, David Southwood. «Non stiamo offrendo risposte, stiamo aprendo le porte di un El Dorado in cui gli scienziati potranno andare a caccia di pepite d’oro, che li porteranno ad approfondire la nostra comprensione su come l’universo è nato e su come funziona. L’eccezionale qualità di quest’immagine è un tributo agli ingegneri che hanno costruito e gestito Planck. Ora è il momento di dare il via al raccolto scientifico».

La radiazione di fondo a microonde (CMB), o radiazione fossile, ci offre la più antica immagine possibile dell’universo: appena 380mila anni dopo il Big Bang. Un’immagine (visibile anche a fine articolo con spiegazione in inglese) che appare in gran parte avvolta nella foschia introdotta dalle sorgenti diffuse della Via Lattea (polvere e gas interstellare), come spiega Jan Tauber, project scientist di Planck: «La struttura granulare della CMB si può distinguere nettamente nelle regioni ad alta latitudine della mappa, dove l’emissione locale è più debole. Scendendo a latitudini più basse, invece, una grande porzione di cielo è dominata dal contributo della Via Lattea, che risplende con vigore sul piano galattico e si estende, seppur con minore intensità, anche al di sopra e al di sotto di esso».

Ma proprio come avviene con alcuni capolavori, celati per secoli sotto altri dipinti e in seguito restituiti al loro originale splendore dalla tecnologia e dalla paziente opera dei restauratori, anche la mappa dell’universo primordiale è prossima ad emergere nella sua interezza. Nel caso della mappa di Planck la separazione delle due componenti, il fondo cosmico da una parte e le sorgenti galattiche dall’altra, è affidata a complessi software di analisi ed elaborazione delle immagini.

Algoritmi resi possibili grazie alla risoluzione e alla sensibilità senza precedenti dei dati raccolti dal satellite e alla disponibilità di ben 9 canali a diverse lunghezze d’onda. Proprio questo ampio spettro di frequenze dai 30 agli 857 GHz permette di “sollevare il dipinto” più recente (il contributo galattico) senza danneggiare quello sottostante (il fondo cosmico), ottenendo così due “tele” indipendenti.

«La mappa del cielo a microonde fornisce i primi risultati astrofisici visivi della Via Lattea. Questo da solo è già un risultato sorprendente, ma non è finita qui. Nel background potrebbero emergere piacevoli sorprese dalle misure di polarizzazione delle anisotropie del fondo cosmico», auspica Barbara Negri, responsabile dell’Agenzia Spaziale Italiana per l’ossservazione dell’universo.

Clicca sulla foto per ingrandirla

Il cielo a microonde

Mappa dell'universo di Planck (con legenda)

Animazione grafica della mappatura dell’universo primordiale

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