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Il cigno nero

Creato il 26 marzo 2011 da Terrasiniblog @TerrasiniBlog

“La perfezione non deriva solo dal controllo, bisogna lasciarsi andare”

Il cigno nero
Dopo aver ricevuto il Leone d’Oro alla 65?Mostra del Cinema di Venezia con “The Wrestler”, il regista newyorkese Darren Aronofsky ci riprova e si ripresenta al Lido veneziano con un film intenso e combattuto, “The Cigno Nero”, che inevitabilmente dar? sfogo a nuove e articolate discussioni sul suo modo di fare cinema. Dopo i fischi e le incertezze di “The Fountain”, infatti, sembra che Aronofsky abbia finalmente trovato la sua musa ispiratrice, e sia riuscito nell’intento di portare sul grande schermo profonde emozioni e impetuose passioni, che inchiodano e commuovono lo spettatore.
E la musa sembrerebbe portare le intriganti fattezze di Natalie Portman, (“Leon”, “Star Wars – Episodi I II III”), che, indossate le scarpette della ballerina Nina, buca letteralmente lo schermo con la sua travolgente interpretazione, tanto da mettere in ombra persino il fascinoso Vincente Cassel, (“Doberman”, “I Fiumi di Porpora”), direttore della compagnia di ballo, e l’impertinente Mila Kunis, sua antagonista nel balletto (“Codice Genesi”, “Notte Folle a Manhattan”).
Nina ? ballerina per un’importante compagnia di ballo, sogna di ballare da solista e di diventare una grande stella, i suoi desideri sembrano esaudirsi quando viene scelta per interpretare la Regina dei Cigni ne “Il lago dei Cigni”.
Sin dal primo momento ? Natalie a portarci nel difficile mondo del balletto, dove la passione diventa vocazione… una vocazione che implica sacrificio e duro lavoro a cui un’artista di alto livello dedica ogni momento della sua giornata. ? lei che ci mostra i piccoli gesti e la dedizione cui sin da bimbi, i ballerini, sono abituati per riuscire un giorno ad uscire dalle file e interpretare un ruolo da solista. Ed ? sempre lei che con il suo volteggiare sulle punte leggiadra e sicura, ci fa sentire felici e vivi a passo di danza.
Natalie questo mondo ce lo fa respirare, ce lo fa vivere fino in fondo, con la sua fragilit? e i suoi modi quasi fanciulleschi di inseguire un sogno. Lei non ? Nina, lei ? una ballerina, cos? si vede e cos? si presenta agli altri, e cos? si sente lo spettatore che rimane incantato, quasi ammaliato dalla sua interpretazione.
Ma il meglio di se, l’attrice israeliana lo da nella sua trasformazione, nella sua metamorfosi da Cigno Bianco a Cigno Nero, quando la sua costante ricerca della perfezione la porta a scontrarsi con il controllo che ha di se e delle sue passioni, contro qualsiasi cosa possa distoglierla dal suo intento e dal suo obiettivo primario: ballare da solista, essere la migliore, essere perfetta, …sempre.
Questa trasformazione, dal punto di vista professionale ? rappresentata dalla sua prima interpretazione come etoile, nella versione “viscerale” del Lago dei Cigni, mentre dal punto di vista emotivo ? la liberazione delle passioni, delle sensazioni, in un crescendo di inquietudini, trepidazioni, turbamenti, che culminano in un’incontro saffico con la sua pi? grande antagonista: se stessa.
Natalie Portman ? trascinata e travolta nel suo percorso emotivo dalle splendide musiche di Chaikovskij, e noi con lei, il tutto grazie ad una ricerca stilistica talmente articolata e particolareggiata che non si riesce a distaccarsi. Aronofsky fonde sapientemente immagini e musiche, colori e suoni: tutto richiama al dualismo che angustia la protagonista, al delirio che la sua ricerca della perfezione crea.
Un film piacevole, in conclusione, commovente nella sua interpretazione, intrigante nella sua realizzazione, le cui musiche di bellezza incontestabile ammaliano da oltre un secolo.



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