di Patricia Cornwell
Voto: 6 (su 10)
su aNobii:
Si addentrò a passo sicuro nella neve alta di Central Park. Era tardi, ormai, anche se non sapeva esattamente che ore fossero. Le rocce in direzione del Ramble erano una massa nera sotto le stelle. Riusciva a udire e a vedere il proprio respiro: Temple Gault non era come tutti gli altri. Era sempre stato un essere magico, un dio incarnatosi in un corpo umano. Camminava là dove chiunque altro sarebbe scivolato, e non conosceva la paura. Da sotto la visiera del cappello da baseball, i suoi occhi scandagliavano l’oscurità.
[incipit]
Il giorno della vigilia di Natale viene ritrovato a Central Park il corpo di una donna sui trent’anni, non identificato. Però il modus operandi dell’assassino lascia pochi dubbi: deve trattarsi si Temple Gault, vecchia conoscenza della dottoressa Scarpetta.
E’ il terzo libro con protagonista Kay Scarpetta che leggo, e dovendo fare una media devo dire che non mi piace particolarmente questa serie di romanzi. Ho letto Postmortem e ricordo di esserne rimasta delusa. Ho letto La fabbrica dei corpi e ricordo che invece mi era piaciuto molto. Ora ho letto Il cimitero dei senza nome, e non l’ho trovato particolarmente interessante. Come thriller non è malaccio, ma neanche appassionante, manca totalmente di tensione, giusto nelle ultimissime pagine se ne respira un po’. L’assassino, sempre presente nei pensieri di Kay, non lo è quasi mai come personaggio: praticamente, nonostante tutto quello che sappiamo di lui, non lo conosciamo veramente. Per di più, nessuno dei personaggi mi ha particolarmente colpito, anche se la Scarpetta mi piace abbastanza, non sono riuscita ad entrare in sintonia con lei.
Il finale poi mi ha colpito sfavorevolmente: uno spiegamento infinito di uomini e mezzi per catturare Gault, ma poi fanno economia coi neuroni: com’è possibile che a nessuno sia venuto in mente che la persona che stavano seguendo sulle telecamere poteva essere Carrie, e non Gault?!?! Capisco che per noi lettori sia più facile capire certe cose, perché sappiamo che l’assassino verrà preso solo alla fine, e quindi quello che beccano qualche pagina prima non può essere lui… però, dai, sul serio, come hanno fatto a dimenticarsi di Carrie?!?!
Insomma, senza infamia e senza lode, do a questo libro la sufficienza perché non è stata una brutta lettura, è comunque sempre un thriller abbastanza interessante, e in particolare la parte (purtroppo minimissima) riguardante il cimitero dei senza nome del titolo (dove vengono sepolti i cadaveri non identificati) mi è piaciuta.
Dammi 3 parole
Scarpetta non spaccaInformazioni sul libro
Partecipa a La Sfida infinita (o quasi)… terza edizione!, La sfida nascosta, Dammi 3 Parole, Sfida “GARA d’AUTORE” e La sfida a tema! Terza edizione.
Il segnalibro qui a destra è quello che ho usato durante la lettura, ed è stato realizzato da bumble_boo.
Titolo originale: From Potter’s Field
Anno: 1995
Casa Editrice: Mondadori
traduzione di Anna Rusconi
pagine: 364
Il cimitero dei senza nome su aNobii