Conosciuto comunemente come il “cimitero vecchio di Olbia”, l’area di sepoltura presso via Fera (in prossimità della Basilica minore di S. Simplicio) non risulta essere un comune camposanto, ma architettonicamente rispetta i canoni di costruzione simili a quelli di una chiesa.
Nascosta tra le abitazioni e tra i rovi, la struttura è composta da tre navate e, anche se la struttura non presenta più il tetto, sono conservati ancora gli archi e l’altare.
Essendo l’ingresso principale murato, l’accesso è possibile solamente tramite il valico delle mura. Una volta entrati all’interno, la presenza della vegetazione, come possiamo intuire dalle fotografie, ne ostacola il movimento. Come si comprende particolarmente dall'osservazione della facciata, la costruzione del cimitero è avvenuta tramite lo smantellamento delle mura puniche che circondavano la città di Olbia in epoca cartaginese.
La questione che suscita un maggiore interesse e una certa curiosità, comunque, è quella relativa alle due grandi cripte sottostanti la struttura. In epoche passate, non essendoci differenti luoghi di sepoltura nel paese di Terranova, infatti, le due cripte venivano impiegate come cimitero cittadino. Come ci ricordano le cronache dell’epoca, tale usanza era la causa della costante contaminazione dell’area limitrofa. Al loro interno, ancora oggi, troviamo la presenza di ossa umane.
Come si presenta oggi, comunque, la costruzione è in completo stato di abbandono. E pensare che, lo scorso ottobre, il “cimitero vecchio” fu inserito tra i siti visitabili in occasione della manifestazione “Monumenti Aperti”. Ma essendo praticamente inaccessibile, da visitare, tuttavia, non c’è nulla. Il cimitero vecchio necessita, bensì, di una decisa opera di restauro e di salvaguardia, in modo da renderlo un sito visitabile dall’intera comunità.Dario Budroni
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