E finalmente arrivò il giorno della scadenza della Mini-Imu.
Lo so, lo so. Prima di tutto devo (ancora una volta) chiedere umilmente scusa per l’assenza prolungata di aggiornamenti che perdura, ormai, da un mese esatto. Prima ancora (o dopo, a sto punto), devo augurare a tutti buon anno in riprorevole ritardo. Ma è stato proprio l’impegno lavorativo incrementato dall’istituzione della “geniale” trovata del Governo Letta ad impedirmi di scrivere con una frequenza accettabile.
E dunque, dicevo, finalmente è arrivato il maledetto 24 gennaio. Tutti gli interessati a pagare la tassa sull’abitazione principale. Ed io che torno presente in questo posto. Per il piacere personale e, spero, di qualcuno di voi.
In questo venerdì di fine gennaio in cui l’inverno inizia a far sentire, timidamente, la sua voce attraverso temperature più abituali per il periodo, mi è giunta notizia dell’imminente triste sorte alla quale è destinato un luogo a cui sono molto legato affettivamente.
Era il 1998, ero nel pieno della mia adolescenza, ed era in uscita Titanic. Io ed un esiguo gruppo di compagni di classe (parliamo del gruppo degli sfigati, ad essere sinceri) decidemmo di trascorrere una sera d’inverno al cinema a vedere questo filmone capace di fare ripetutamente il record d’incassi.
Aldilà del fatto che a fine serata mi ritrovai davvero sorpreso dalla totale bellezza della pellicola di Cameron, e mettendo da parte le mie divagazioni da inguaribile recensore, sposto il bersaglio dell’articolo sulla struttura che quella sera di tanti anni fa mi permise rendere globale ed incondizionata la mia passione per la settima arte: il Cinema Arcobaleno di Napoli.
Situato ai piedi del quartiere collinare del Vomero, tra i palazzoni e il caos tipici della mia città, il Cinema Arcobaleno è stato, chiaramente, il luogo della mia introduzione al culto del cinema. Nonchè il teatro del mio primo appuntamento con quella che è poi diventata la donna della mia vita.
Negli anni novanta, il mondo (o almeno l’Italia) non era ancora pronto per le multisale da dodici proposte e per i centri commerciali. Il mondo proponeva ancora posti genuini fatti di due sole casse per comprare i biglietti, intervalli tra il primo e il secondo tempo e corse in sala per beccare i posti migliori. Il cinema Arcobaleno, con le sue invidiabili tre sale, era uno di questi posti. Malgrado la difficoltà nel trovare parcheggio nei dintorni, l’Arcobaleno aveva la rilevante prerogativa di essere raggiungibile anche con i mezzi pubblici, e ciò ha contribuito a rendere gli ultimi anni del vecchio millennio ricchi di ricordi per la mia generazione. Ricordi che, per molti, rappresentano il passaggio temporale a ritroso verso uno stile di vita che ormai non c’è più.
Ma i tempi sono cambiati. E, di questi tempi, non c’è più posto per il Cinema Arcobaleno, il quale chiuderà i battenti questa domenica 26 gennaio 2014.
Colpa della crisi, si dice. Colpa di un canone di fitto troppo alto, dicono. Al suo posto ci sarà un supermercato, si vocifera. Un triste epilogo che suona quasi come una beffa per un luogo che ha mandato, a sua volta, sul grande schermo finali di ogni genere e specie.
Questa notizia, lo ammetto, mi ha intristito abbastanza. E’ un venerdì grigio, come il cielo che s’innalza sulla città quest’oggi.
E mentre il weekend si avvicina a grandi passi, lasciate che vi saluti con il video di una canzone presente nella soundtrack di Cruel Intentions. Il brano si intitola You Could Make A Killing di Aimee Mann. Ci ritroviamo presto.
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