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Il cinema di Kechice in digitale per Lucky red

Creato il 27 novembre 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

Presso la sessantaquattresima Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia si aggiudicò nel 2007 – dove venne presentato con il suo titolo originale La graine et le mulet – il Leone d’oro del pubblico e quello della critica, per poi essere distribuito l’anno successivo nei nostri cinema, come Cous cous, da Lucky red, che lo ha in seguito lanciato anche in dvd.

Il cinema di Kechice in digitale per Lucky red
E’ la stessa Lucky red a diffondere ora in blu-ray il terzo lungometraggio diretto dal tunisino classe 1960 Abdellatif Kechice, autore nel 2000 di Tutta colpa di Voltaire e, tre anni dopo, de La schivata.

La storia di Slimane, con il volto di Habib Boufares, il quale, lavorante da tutta la vita in un cantiere navale, in un periodo di difficoltà economiche decide di realizzare il suo vecchio sogno di aprire un ristorante dove preparare e far conoscere a tutti la specialità della casa: il cous cous di pesce.

Tirando in ballo i familiari dell’uomo, che, inizialmente contrari al progetto, finiscono per assecondarlo, identificando in esso il simbolo comune della ricerca di una vita migliore, Kechice costruisce circa 154 minuti di visione non privi d’ironia, ma privilegiando uno sguardo altamente realistico; testimoniato sia dalla fotografia di Lubomir Bakchev, scevra di filtri colorati e fantasiose divagazioni, che dall’utilizzo quasi da documentario che fa della macchina da presa, spesso in frenetico movimento e raramente fissa.

L’ennesima allegoria su celluloide che, riguardante il riscatto, deve molto alla prova degli attori, tra i quali la sorprendente Hafsia Herzi che troviamo intervistata – come pure i musicisti del film – nella sezione extra del disco, dispensatrice anche della versione integrale di 43 minuti della tanto discussa sequenza che la vede cimentarsi con la danza del ventre.

Il cinema di Kechice in digitale per Lucky red

Solo il trailer, invece, a rappresentare i contenuti speciali del dvd – anch’esso targato Lucky red – di Venere nera, successiva pellicola di Kechice, presentata a Venezia nel 2010

La vera storia di Saartjie Baartman, giovane donna sudafricana che, all’inizio del XIX secolo, lasciò il suo paese insieme al proprio padrone per andare a offrire il corpo in pasto al pubblico londinese nelle fiere e negli zoo umani.

Quindi, a differenza del film precedente, volto ad offrire uno spaccato di vita attuale, in questo caso siamo dinanzi a un racconto in costume sulla crudeltà umana e sulla “civiltà” dell’Europa che arriva addirittura a sfiorare l’horror; con un’ottima Yahima Torres impegnata ad incarnare la grassa donna di colore libera e schiava al tempo stesso: la “Venere ottentotta”, icona dei bassifondi sacrificata al miraggio di un’ascesa dorata che non arrivò mai.

Per 160 minuti di visione che non esitano a sprofondare nella durezza e nella descrizione della perversione, richiamando alla memoria un po’ tutta la cinematografia dei fenomeni da baraccone, da Freaks di Tod Browning a The elephant man di David Lynch.

Sconvolgendo non poco lo spettatore, soprattutto dopo averlo posto dinanzi a un epilogo del tutto privo di speranza.

Francesco Lomuscio


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