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Il cinema e i tabù: l’incesto

Creato il 08 febbraio 2012 da Paultemplar

Il cinema e i tabù: l’incesto

I tabù da infrangere, da esporre, da analizzare, da proporre in maniera esplicita e no.
I tabù intesi anche come quel complesso di norme morali che regolano la convivenza tra le genti, visti principalmente come un ostacolo alla libertà, quand’anche freni allo sviluppo, ad una morale più elastica. Sin dagli esordi del cinema registi e produttori hanno esplorato quel confine sottile che separa il lecito dall’illecito, sia a livello morale sia a livello legislativo, andando a sondare il complesso di leggi che regolano l’equlibrio spesso instabile della morale corrente.
Negli anni sessanta sembra scatenarsi di colpo la corsa ad infrangere i tabù più inviolabili, riferiti spesso al complesso di norme che regolano la sessualità, oltre che ovviamente i rapporti con la sfera della cultura in genere, che sia religiosa o civile.
Uno dei tabù più frequentemente affrontato è quello dell’incesto, spesso con film mediocri, poco propensi a scendere in profondità, limitati alla parte epidermica del problema.

Open my hearth

Angeli e insetti

Altro tabù con cui il cinema si è confrontato è quello dell’omosessualità maschile o femminile, spesso con opere coraggiose, altrettanto spesso osteggiate perchè non in linea con la morale corrente.
Per quanto riguarda il tema incesto oggi e il complesso che regola i rapporti tra consaguinei, va fatta una distinzione che ormai è usuale quando si parla di temi inerenti la sessualità, ovvero la scelta di affrontare il problema dal punto sociale e umano, quindi scavando nei perchè l’incesto stesso sia un tabù, le conseguenze spesso tragiche a cui vanno incontro le persone che lo infrangono e la parte prettamente voyeuristica dello stesso tabù, ovvero la maniera assolutamente superficiale di raccontare queste storie, utilizzando l’aspetto morboso delle storie stesse, attraverso l’utilizzo di immagini o situazioni a scopo puramente sensazionalistico.

Magda Kokopka nel thriller incestuoso Diabolicamente Letizia

In poche parole c’è una differenza davvero abissale tra pellicole come Addio fratello crudele di Patroni Griffi, che racconta una storia molto difficile nei rapporti fra tue fratellastri e pellicole come Grazie nonna, appartenenti più al filone della commedia sexy più becera che ad un cinema di tipo documentaristico o teso allo svisceramento del problema.
Uno dei primi film a parlare di incesto, ovvero del rapporto anche carnale che si sviluppa tra una zia e suo nipote è Grazie zia, film d’esordio di Salvatore Samperi, datato 1968.

Il cinema e i tabù: l’incesto

Nicholson e la Dunaway nello splendido Chinatown di Roman Polanskj

Un’opera coraggiosa, realizzata in bianco e nero in cui viene raccontato il rapporto tra Lea e suo nipote Alvise, che si snoderà attraverso una storia dai risvolti dramatici, fino alla conclusione decisamente tragica.
Sempre negli anni sessanta, precisamente nel 1969, un’opera di Lucio Fulci, Beatrice Cenci, affronta dal punto di vista storico, con ottima aderenza alla stessa materia, il dramma della sventurata Beatrice figlia di Francesco Cenci, probabilmente costretta a cedere alla violenza del genitore e che finirà decapitata per aver organizzato l’omicidio del padre.
Nel 1971 è Louis Malle  a raccontare la morbosa storia di una madre che avrà rapporti sessuali con il figlio in Soffio al cuore; un film in cui l’incesto finisce per essere sfrondato dalla sua aura di mistero e tabù, per diventare un percorso accidentale nella vita dei due protagonisti.

Mastroianni e la Kinskj in Cosi come sei

Ci sono anche incesti possibili e non verificati, che lasciano spazio all’interpretazione dello spettatore sulla possibilità o meno che il tabù venga infranto; è il caso di Cosi come sei, di Alberto Lattuada, storia di un maturo architetto che avrà una relazione con quella che potrebbe essere sua figlia; nel film il rebus non viene risolto, lasciando il tutto in sospeso.
In questo caso il fascino morboso del peccato, della moralità infranta resta aleatorio, con buona pace di tutti.
L’incesto è anche il tema di L’eredità Ferramonti, film molto efficace di Mauro Bolognini, diretto nel 1975, che racconta del tobido rapporto tra un suocero e la sua bellissima nuora, che avrà, anche in questo caso una conclusione tragica.
Storia molto morbosa, ma con un incesto molto alla lontana è La seduzione, di Fernando Di Leo, che questa volta racconta la storia di un uomo amante della figlia e della di lei madre; lo svolgimento e il finale sono ovviamente drammatici, come del resto la stragrande maggioranza dei finali delle pellicole con questo tema.

Close my eyes, inedito in Italia

Ornella Muti in Appassionata

E’ come se queste storie avessero bisogno di un finale purificatore, nel quale i peccatori scontino l’azzardo delle loro relazioni proibite con la morte o la follia.
In Non commettere atti impuri,un film di Giulio Petroni, l’incesto tra uno zio perbenista e la sua nipotina finta santarellina è visto più come un’ipocrita espressione di perbenismo che come un peccato contro la morale; in questo caso il tabù è meno importante delle convenzioni sociali, di quel voler apparire ad ogni costo per bene mentre si nasconde, dietro la facciata della rispettabilità, vizio e “peccato”.
Nel film La luna, di Bernardo Bertolucci il tema viene vissuto con un estraneante senso di incomunicabilità, espresso attraverso immagini fredde e raccontato attraverso una storia per molta parte scarsamente comprensibile; in questo caso l’incesto si consuma tra una donna, un’attrice e il suo giovane figlio, con grossi problemi di comunicabilità.

Due grandi attrici in due film “difficili”: Catherine Deneuve in Pola X

Il cinema e i tabù: l’incesto

… e Julianne Moore in Savage Grace

Il ragazzo, preda dell’eroina, verrà salvato dalla madre proprio con un atto incestuoso, con un gesto che sembra riportare il giovane alla realtà dalla quale voleva fuggire.
Ma non tutto il cinema affronta il tema con la serietà dovuta ad un aspetto della sessualità che scuote dalle radici convinzioni profonde e paure inconsce.
Spesso il tema viene affrontato nella sua dimensione più goliardica, quasi scherzosa, facendo passare in secondo piano tutte le implicazioni psicoanalitiche, eliminando alla radice il problema del tabù secolare.
Negli anni settanta, infatti, qualche film della commedia sexy gioca proprio con questo tema trasformandolo quasi in una barzelletta, alle volte sconcia, spesso becera.

La bravissima Jill Clayburgh in La luna di Bertolucci

Si pensi al film di Mattei Cuginetta amore mio, con Ria De Simone, tutto incentrato sulle nudità ben esposte delle protagoniste, oppure al film di Lado, datato 1974 La cugina, con protagonisti Dayle Haddon e Massimo Ranieri, storia di due cugini che si sentono attratti l’uno dall’altro sin da piccoli, ma che consumeranno l’incesto solo dopo che la donna sarà andata sposa ad un ricco nobile.
Ancora più leggero e scanzonato è Le dolci zie, di Mario Imperoli, storia boccaccesca di tre zie di diversa età che circuiscono un giovane, di nome Libero, sottraendolo al nonno anticlericale e comunista, e che svezzeranno il giovane in tutti i sensi.
In questo genere di film il tabù incesto praticamente non esiste; tutto sembra surreale, predomina quasi l’aspetto favolistico della narrazione, come nel film Peccati in famiglia, di Bruno A. Gaburro, in cui il tabù stesso finisce per diventare quasi normalità.
In alcuni casi si scava nel passato, rivisitando con molta fantasia le storie di eroine del passato; una delle più saccheggiate, ingiustamente diffamate per via di una fama largamente immeritata guadagnata attraverso i secoli è Lucrezia Borgia.

Il cinema e i tabù: l’incesto

Lisa Gastoni in Grazie zia di Samperi

Un esempio è Lucrezia giovane, di Luciano Ercoli, in cui la donna è vista come una spietata maliarda che per ambizione sedurrà sia suo padre che suo fratello; un pò quello che accade nei Racconti immorali di Borowczyck, dove ancora una volta Lucrezia attraverso rapporti incestuosi placa la sua sete di potere ( e in parte la sua lussuria) o in  Le Notti Segrete di Lucrezia Borgia, di Roberto Montero, operazione smaccatamente commerciale permeata da un erotismo di grana grossa.
Uno dei film più crudi sull’incesto è Charlotte forever, diretto da Serge Gainsbourg nel  1986, storia crudele di un rapporto tempestoso tra un padre e sua figlia, legati a doppio filo dalla tragedia che ha sconvolto le loro vite la morte della moglie di lui e madre di lei mentre uno dei film più curiosi sul tema è Byleth il demone dell’incesto, storia horror dell’insana passione di un giovane per sua sorella, culminato in un giuramento di sangue tra i due fratelli che avrà tragiche conseguenze.
Molte pellicole affrontano il tema creando attorno ad esso trame improbabili o comunque semplicemente raffazzonate alla meglio, come nel caso di Uccidi,uccidi ma con dolcezza (in origine My lovers my son) diretto da John Newland, che racconta l’insana passione di una madre per il figlio adolescente, vicenda che finirà tragicamente con la morte del padre del ragazzo.

Il cinema e i tabù: l’incesto

Anthony Quinn e Dominique Sanda in L’eredità Ferramonti

Questa è una delle costanti della quasi totalità dei film riguardanti l’incesto: i protagonisti, afflitti dai sensi di colpa finiscono per uccidere o per perire tragicamente, quasi ad espiare il terribile peccato commesso.
La morale è insita quindi in ogni pellicola; non si sfugge al castigo per aver violato una legge morale cardine.
Fa nulla che scavando nella storia si incontrino esempi lampanti di relazioni incestuose spesso incoraggiate come durante l’epoca dei faraoni, quando per preservare la purezza della razza e per impedire “contaminazioni” della divinità del faraone erano frequentissimi i matrimoni in famiglia mentre nella stessa Bibbia invece l’incesto è narrato per descrivere l’atto incorso tra le figlie di Lot e il padre stesso subito dopo la fuga da Sodoma e Gomorra.

Il drammatico Addio fratello crudele di Giuseppe Patroni Griffi

In alcuni casi l’incesto nasce da violenza personale, come in La caduta degli dei; nel film Martin von Essenbeck stupra sua madre Sophie per liberarsi da un’influenza che il giovane trova ormai nefasta con conseguenze drammatiche. La donna infatti entrerà in uno stato catatonico prima della morte mediante suicidio.
Scorrendo qua e la gli almanacchi del cinema, troviamo film di valore molto differente fra loro come Pola X (1999) diretto da Leos Carax che racconta della passione improvvisa e irrefrenabile fa un giovane e la sua sorellastra (con tanto di epilogo drammatico), il bellissimo Zona di guerra, del quale ho parlato recentemente e che narra la drammatica vicenda di un padre che stupra la figlia più grande e in seguito anche la neonata che ha appena avuto, un film crudele e durissimo, forse il più teso e il più difficile da vedere.

L’incesto nella commedia sexy: Simonetta Stefanelli in Peccati in famiglia

Il cinema e i tabù: l’incesto

My sister my love

Ancora, Savage Grace (2007) diretto da Tom Kalin, drammatica storia di una donna alla ricerca di un posto nella società bene che frequenta e del suo tormento interiore che la porterà a sedurre suo figlio; si parla di incesto, ma in modo trasversale nel capolavoro di Polanski Chinatown. Nel film il detective Jake “J.J.” Gittes scopre la vera natura che legava Evelyn Cross Mulwray a suo padre, che originerà un finale tragico e amarissimo.
Altri film che parlano di incesto sono Butterfly – Il sapore del peccato (1982), che racconta la storia di un guardiano accusato di aver avuto rapporti con sua figlia, un film demolito e sbertucciato dalla critica tanto da aggiudicarsi ben 6 Razzie awards per il peggior film dell’anno, Appassionata (1974) di Gianluigi Calderone che narra del rapporto che si viene a creare tra un dentista e la sua figliola sedicenne che sostituisce nel letto la madre e l’amica che aveva avuto una fatua relazione  con lo stesso, Close my eyes (disponibile solo in lingua originale) storia di una passione che travolge fratello e sorella che sono stati separati alla nascita e che procurerà loro grossi guai, l’ottimo La bestia nel cuore della Comencini che narra l’opera di rimozione della violenza subita dal padre da parte di una donna che alla morte dei genitori rivivrà il trauma subito (anche da suo fratello) e della difficoltà di convivere con questa tragedia.
Film che in qualche modo parlano di storie di incesto sono anche Wide Sargasso Sea-Fiamme di passione (1993), Clement (2001), Geminis (2005), Il giardino di cemento (1993),Tenere cugine (1980); film che in maniera diversa affrontano l’argomento, in parte o con sceneggiature studiate ad hoc.

Tenere cugine, di David Hamilton

Come abbiamo visto, l’incesto non è un argomento di nicchia, tutt’altro; se negli anni sessanta il tabù era stato affrontato in modo molto marginale, almeno da Hollywood e dalle principali produzioni mondiali, negli anni settanta e maggiormente in seguito l’argomento è diventato se non frequente almeno abitudinario, contribuendo in qualche modo ad affrontare l’incesto non più solo come un oscuro tabù ma come una problematica diffusa molto più di quello che la società può immaginare.
La cronaca ha finito per fornire molteplici soggetti, facendo apparire la realtà molto più incredibile della finzione.

Il cinema e i tabù: l’incesto

La cognatina

Il giardino di cemento

Wide Sargasso sea

Butterfly

L’incesto nella storia: Lucrezia giovane

Le dolci zie

La cugina

Il cinema e i tabù: l’incesto

L’attenzione

Ancora la figura di Lucrezia Borgia in I racconti immorali

Edwige Fenech in Grazie nonna

Il cinema e i tabù: l’incesto

Charlotte forever

Byleth il demone dell’incesto



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