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Oltre ad essere la fucina dell'industria cinematografica israeliana, Tel Aviv sta rapidamente guadagnandosi la reputazione di meta più piccante fra le destinazioni del Medio Oriente. Oppure, come dice lo sceneggiatore, produttore e giornalista Gal Uchovsky, "È bello essere gay in Israele".
In alcuno paesi medio-orientali, essere gay è causa di persecuzione, inclusa la pena di morte. L'ala destra del governo israeliano, conservativa, sta investendo molte risorse nel promuovere la nazione come paese in cui gli omosessuali sono i benvenuti.
La città di Tel Aviv, dove quest'anno hanno marciato in 70,000 al Gay Pride, è stata da sempre un luogo dove stile di vita e codici formali sono molto rilassati e dove i club omo sono una componente primaria della frizzante vita notturna.
L'associazione di promozione turistica di Tel Aviv confida così tanto nell'attenzione rivolta alla comunità gay che ha lanciato una massiccia campagna pubblicitaria con lo slogan "Tel Aviv Gay Vibe" (letteralmente, Tel Aviv vibrazione gay), con la speranza di attirare visitatori gay e lesbo da tutto il mondo.
Oltre a ciò, Tel Aviv ospita la parte di industria cinematografica che crea, produce ed esporta un numero spropositato di pellicole a tema e con personaggi gay. "Gli israeliani hanno veramente accettato gli omosessuali come dato di fatto" afferma Uchovsky "e se accetti i gay come dato di fatto, rimane solo qualche barriera sociale da superare... Quando sono arrivato qui per adattare una serie televisiva, lo sapevano che ero gay.".
Uchovsky ed il suo compagno di vecchia data, il regista Eytan Fox, formano il team creativo da cui è nato "Walk on Water" (L'Lechet al HaMayim), film israeliano con il secondo più grande incasso nella storia dei botteghini USA, ed anche la pellicola acclamata dalla critica "Yossi and Jagger".
I due sono promettenti attivisti gay ed hanno svolto un ruolo di primo piano nella "rivoluzione gay" israeliana degli anni '80, grazie alla quale ora si respira un clima di accettazione ed uguaglianza.
"Dato che Israele non è molto grossa e la sua capacità industriale è ridotta, sono state poche le persone di talento, personaggi omosessuali, che hanno giocato un ruolo significativo" dichiara Pinkes, consigliere della città di Tel Aviv e portavoce delle relazioni LGBT per il sindaco. "Gli artisti hanno preso in mano la situazione alla fine degli anni '80 e le persone si sono convinte ad andare nei tribunali per combattere la discriminazione.".
Nel 1983, Amosa Guttman realizzò il primo film israeliano apertamente gay "Drifting" (Nagu'a), che racconta la storia di un giovane solitario in cerca d'amore e con il sogno di lavorare nel cinema. Quando Guttman morì di AIDS dieci anni dopo, una serie di riforme governative aveva fatto di Israele un luogo assai migliore per i cittadini gay.
Un altro regista, Assi Azar, personaggio televisivo trentaduenne nominato come uno dei 100 personaggi gay più influenti al mondo secondo la rivista Out, ha speso questo ultimo mese a promuovere in America il suo documentario/coming-out "Mom & Dad: I have Something to Tell You" (Mamma e papà: ho qualcosa da dirvi), progetto sostenuto dal governo sui rischi che i ragazzini devono affrontare quando dicono ai genitori di essere gay.
La condotta pro-omosessuali tenuta da Israele è da molti ammirata, ma altri osservano che questo è un tentativo di distrarre l'attenzione da come vengono trattati i palestinesi.
"Alcune persone mi dicono 'stanno sfruttando le tue pellicole, i tuoi liberali film a sfondo gay sono solo uno 'specchietto per le allodole' " afferma Eytan Fox "sono stato accusato di cooperare con il governo e di aver contribuito alla creazione di questo espediente per distrarre l'opinione pubblica.".
Fox crede che il motivo per cui il governo intende abbracciare pacificamente la comunità gay è molto più importante di quel che appare:"il fatto che i miei film abbiano successo all'interno dello stato israeliano mi dà la speranza che un giorno potremo accogliere 'l'altro', il diverso. Quando stavo crescendo qui in Israele ed ho iniziato a fate cinema, 'l'altro' inteso come gay era trattato alla stregua del palestinese o dell'arabo. Quindi, forse sono troppo ottimista ma sento che la capacità di amare personaggi gay un giorno diventerà anche la capacità di capire e condividere i nostri vicini, ora nemici ma in un probabile futuro amici [cioè i palestinesi].".
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