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Il cinema italiano racconta le "Villeggiature e le vacanze" a Castello Pasquini. 60 scatti a cura di Antonio Maraldi

Creato il 24 luglio 2012 da Robertoerre

Il Castello Pasquini di Castiglioncello (Livorno) ospita dal 22 luglio al 30 settembre la mostra fotografica Villeggiatura e Vacanze nel cinema italiano (1949 – 2011) a cura di Antonio Maraldi. Un'esposizione delle vacanze degli italiani raccontate attraverso 60 foto di set e di scena, molte delle quali inedite, in grado di descrivere come il cinema italiano sia stato di raccontare le vacanze, da occasione destinata a pochi privilegiati a momento di spensieratezza di massa. La mostra organizzata dal Comune di Rosignano Marittimo e Armunia, con il patrocinio della Regione Toscana è realizzata in collaborazione con il Centro Cinema città di Cesena. Un omaggio alla vocazione cinematografica di Castiglioncello, località balneare toscana nota non solo per essere stata scelta come luogo di villeggiatura da molti nomi famosi del cinema italiano (da Alberto Sordi a Marcello Mastroianni che a Castiglioncello avevano la residenza estiva, fino a Suso Cecchi d’Amico che lo aveva eletto a suo ritiro oltre che in estate anche in lunghi periodi dell’anno), ma anche per aver fornito le location a celebri film, a cominciare da Il sorpasso di Dino Risi (1962), di cui si festeggia quest’anno il cinquantenario.

 

Da zero a dieci di Luciano Ligabue (2002). Massimo Bellinzoni Stefano Venturi Pierfrancesco Favino Stefano Pesce ph. Chico De Luigi

 

Da zero a dieci di Luciano Ligabue 2002

 

Il cinema e la vacanza, un binomio che a Castiglioncello è ormai di tradizione, ma che questa mostra intende fare proprio in modo inedito, ripercorrendo i film che hanno prima contribuito a diffondere il mito delle “ferie” e poi testimoniato i mutamenti sociali a questo strettamente connessi. La vacanza, dunque, come specchio del paese e dei suoi cambiamenti verificatisi nel corso dei decenni. Sei sono le sezioni:

Gli scatti fotografici sono pubblicati nel catalogo, edito da Società Editrice “Il Ponte Vecchio”, a cura di Antonio Maraldi e introduzione di Paolo Mereghetti.

 

Ha fatto abbastanza fatica il cinema italiano a parlare di vacanze. C’è voluto il Boom e forse non è bastato nemmeno quello se la più celebre vacanza dello schermo di quegli anni finisce fuori strada, seminando frigoriferi sulla strada e lasciando senza vita il giovane studente che doveva incarnare il futuro del Paese -  scrive Paolo Mereghetti  - Certo è che un po’ di senso di colpa, magari tradotto cinematograficamente in sfortuna o improvvisi ripensamenti, finisce sempre per accompagnare le prime giornate che il cinema italiano ha deciso di passare senza lavorare, tanto per non dare allo spettatore la sensazione che la vacanza sia proprio senza rischi o, peggio, senza colpe”.

 

Femmine di lusso di Giorgio Bianchi 1960. Sylva Koscina, Walter Chiari ph. Divo Cavicchioli

 

Femmine di lusso di Giorgio Bianchi (1960)

 

La villeggiatura. Quando la vacanza era un privilegio per pochi e ancora la si chiamava villeggiatura e durava lunghi periodi estivi. Le vacanze nel dopoguerra: tempo di commedia. Con i primi segni di ripresa la voglia di scappare al mare contagia un po’ tutti e la commedia si appropria del tema per raccontare domeniche in spiaggia, vacanze in città e vicissitudini estive.

Dal Boom alla crisi: inquietudini sotto la sabbia e altrove. La vacanza come specchio della ripresa economica, del benessere e delle sue prime crepe, con già la registrazione dei segnali che annunciano la crisi dei decenni successivi.

 

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Il sorpasso di Dino Risi 

 

Le vacanze in movimento: avventure e disavventure. Il cinema italiano porta sulle strade giovani in cerca di novità e divertimento. Vacanze di oggi. La vacanza oggi si è spezzettata e il cinema registra questo cambiamento. Il mare continua a farla da padrone ma le alternative ormai sono diverse, e non sempre comiche. La memoria delle vacanze. La vacanza come memoria di un tempo passato, più o meno felice, con cui confrontarsi e fare i conti. Bilanci, tra qualche rimpianto e un po’ di nostalgia

 


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