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Il Cinema Palazzo: un simbolo per la rinascita di Roma

Creato il 24 dicembre 2011 da Cristiana

Il Cinema Palazzo: un simbolo per la rinascita di Roma

I cinema chiudono. I teatri anche. Tante librerie pure. Non tirano più, almeno non sempre. Bisogna che chi li gestisce si inventi delle cose, ne abbia voglia.

I luoghi dove si produce cultura e dove di questa si può fruire sono beni pubblici e le amministrazioni devono essere presenti non solo in punto di morte accanto a queste attività, ma sempre, anche durante la vita e la sopravvivenza.

Sono luoghi illuminati, presidi urbani, pance in cui ci si nutre, in cui ci si può nutrire.

Immagino un’amministrazione comunale che contribuisce al loro pulsare, non necessariamente con dei soldi, ma con strumenti e servizi e risorse umane. Non tutte le cose che può fare un’amministrazione devono per forza essere un costo.

C’è chi dice che se un cinema chiude è perché non ci va nessuno. E’ un’attività privata e quindi in un mercato libero è giusto che chiunque possa rilevarla e quindi farne ciò che vuole. Potrebbe sembrare giusto a prima vista, ragionare in questo modo.

Ma farlo significa dimenticare che si è scavato un fosso tra quelle attività e la città. Che si concedono licenze senza alcun criterio per attività che uccidono in quartieri. Che una città non è un agglomerato di attività commerciali, non solo, ma è un collettivo che respira, vive, legge, fa l’amore, si nutre di altro che non è cibo, magari non sa nemmeno di poterlo fare e insegnarlo migliora l’aria. Perché a Roma non c’è solo l’inquinamento chimico delle emissioni delle marmitte, c’è un aria sporca che si respira da una pessima urbanizzazione, dall’abbandono.

Una guida, manca una guida. Qualcuno che guardi Roma con amore, sulla mappa, l’accarezzi e ne curi la crescita, ne contenga la decrescita, coltivi alberi per l’aria e librerie per gli occhi, pulisca le strade dall’immondizia e conceda licenze con criterio, pensando prima alla comunità e poi ai soldi che girano.

Dice che il mio segretario del PD Roma Marco Miccoli si è preso una denuncia perché ovviamente per legge quell’occupazione è illegale. Io sono per la legalità e anche Marco.

Vi dico una cosa…quella del cinema Palazzo occupato è una battaglia per la legalità. E aggiungo che dobbiamo trovare una soluzione per diminuire drasticamente il numero delle sale giochi. So bene che sono una fonte di reddito statale.

E vi dico che non me ne frega niente e che uno Stato che fa soldi, magari facendoli fare anche  e spesso alla criminalità organizzata, è uno Stato che produce povertà e si accolla il costo futuro in termini di sicurezza e di stabilità sociale.

Quello che dobbiamo fare adesso è verificare se è possibile che nel quartiere San Lorenzo, già martoriato dallo spaccio e dalle risse notturne, possa nascere un Casinò.

Non sarebbe opportuno considerarlo inopportuno? Non sarebbe opportuno percorrere la strada fino alla radice? Una città diversa si fonda anche su un lavoro fatto a monte e non a valle. Fatto da partiti sani, di gente sana che prendono decisioni sane. Pianificare, mappa alla mano. Un piano regolatore senza cemento, fatto cose che respirano e fanno respirare. Sogno una città fatta così.


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