Per dipingere una parete grande, ci vuole un pennello grande: Cinghiale!
(pubblicità dei pennelli Cinghiale risalente ad una ventina di anni va)
L’altro giorno, leggendo il giornale, mi è tornata in mente questa pubblicità. Capita anche che uno degli slogan pubblicitari più famosi degli ultimi 30 anni diventi realtà, anche se forse viene interpretato un po’troppo alla lettera dallo zannuto protagonista.
Le notizie surreali, in questi giorni, tra una campagna elettorale che sembra una puntata dei Super Fanta Genitori scritta a quattro mani da Edgar Allan Poe e David Lynch, papi dimissionari e piogge di meteoriti non mancano. Infatti, quando ho letto la notizia che vi sto per riportare, ho tirato un sospiro di sollievo perché mi son detta “meno male che almeno succedono ancora cose normali, in questo mondo, perché iniziavo a sentirmi un po’ spaesata”.
Sillano, provincia di Lucca. Una ragazza si affaccia alla finestra. Una bella serata invernale, l’aria è fredda, ma è l’ora del tramonto e il sole sta sparendo dietro i tetti del centro storico e a passaggio su quei tetti c’è…un uccellino? No. Un gatto innamorato? No, ancora troppo piccolo. Un cane? No, decisamente no. I cani non hanno le setole, né le zanne sporgenti e, soprattutto, non grufolano. Sul tetto, a sgombrare ogni traccia di romanticismo dal panorama, c’era proprio un cinghiale. Un cinghiale che va pe’ tetti. La ragazza, Camilla, scende al bar sotto casa e comunica a tutti quanto ha visto.
Ora, io personalmente non sono mai entrata in un bar in orario da Aperol e prosecco annunciando di aver visto un cinghiale camminare sui tetti, ma non mi sorprende che inizialmente non le abbiano creduto e immagino quali possono essere stati i commenti degli avventori del locali, tutti a raccomandarle caldamente un pusher più onesto o una cena un po’più leggera.
Fortunatamente, il cinghiale ha avuto la buona creanza di rimanere dov’era il tempo necessario per farsi vedere anche dai clienti del bar, salvaguardando la reputazione della lucidità della ragazza.
Nemmeno a dirlo, sono state scattate molte foto. Questa è la mia preferita perché non posso che fare a meno di immaginare cosa sarebbe successo se quella finestra sulla sinistra fosse stata aperta.
Voi immaginate come si può sentire un povero sventurato che abita al terzo piano, apre la finestra e si ritrova davanti un cinghiale che lo fissa come quello della pubblicità della citrosodina? Io lo vivrei con un grande sollievo, in realtà. Insomma, se io mi ritrovassi un cinghiale in balcone potrei gioire della sorprendente bordata evolutiva della fauna condominiale che mi circonda (leggi “non capisco se abito in un condominio o in un sanatorio”). Troverei anche una spiegazione logica e razionale al tum-tum-tum e al continuo strusciar di sedie che provengono dal piano di sopra: significherebbe che non è la tipa del terzo piano che fa le faccende in zoccoli olandesi, ma il cinghiale che grufola in zoccoli maremmani, sicuramente sarebbe una cosa più facile da accettare.
Comunque, il cinghiale, imperturbabile, ha continuato la sua passeggiata sui tetti finché non è ridisceso dallo stesso terrapieno da cui era salito ed è tornato nel bosco. Che dire, la prossima volta che qualcuno vi dice “guarda, un asino che vola!”, alzate lo sguardo, non è detto che vi stia prendendo in giro…