Accade però che dei codici siano realmente decifrati. E questo avviene per opera di un novarese, come in questo caso, questo blog non può non occuparsene.
Il 24 aprile 2014 la biblioteca dell’università di Chicago lanciò un concorso per la decifrazione di alcune note scritte sui margini di una copia dell’Odissea stampata da Aldo Manuzio nel 1504. Il manoscritto era stato donato dal collezionista Michael C. Lang che, desiderando venire a capo di quel mistero, sponsorizzò anche il concorso.
Daniele Metilli, 31 anni, originario di Borgomanero (Novara), è uno studente del corso di laurea di Informatica umanistica dell'Università di Pisa, già laureato in Ingegneria informatica al Politecnico di Milano e allievo del primo anno della Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell'Archivio di Stato di Milano. Vede il concorso e accetta la sfida.In collaborazione con la graphic designer Giulia Accetta, Metili ha riconosciuto in quegli enigmatici segni un sistema stenografico diffuso in Francia nell'Ottocento. Cercando su internet, che sempre più se lo si sa usare è una risorsa preziosa, ha trovato una tabella con un codice che sembrava identico. Si tratta di un sistema inventato da Jean Félicité Coulon de Thévenot (1754-1813) nel tardo Settecento, e a lungo in uso nell'Ottocento.Le misteriose parole sono quindi annotazioni in francese scritte a mano mentre il testo veniva tradotto dal greco. Una data, 25 aprile 1854, ha pure aiutato a chiare la datazione. Compreso questo Metili e Accetta hanno impiegato poche ore per arrivare per primi alla risoluzione dell’enigma, vincendo il premio.Potete leggere qui la ricerca di Metili.