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Il cognato di Jenny

Da Aperturaastrappo
Il cognato di JennyCena noiosa: I tuoi tutto bene? l’altro giorno siamo stati alla laurea di Dario. non ne sai nulla? ma con Enrica come va? trovai strana la tua assenza in effetti.Mentre pensa chepalle! lo squillo del cellulare interviene e la libera: Scusami. Pronto? Eli, sono io, Francesca. Ma che numero è? Non importa, vieni subito, Jenny non c’è più. Oh mio Dio, Jenny no! Sì Eli, i medici hanno consigliato ai suoi quello che di solito suggeriscono ai parenti, e cioè di portarla a casa prima. Arrivo subito. hai detto che è a casa sua? ma quale: quella nuova o quella dei genitori? Quella sua sua, quella nuova. Arrivo.Ritorna dagli altri: Scusate, devo proprio andare.
Finalmente fuori. l’aria è fredda nonostante sia primavera inoltrata. prende la chiave e prova ad aprire l’auto. non ci riesce: la macchina rimane chiusa. si avvicina allo sportello e la infila proprio ma non entra. si arrabbia dà un calcio alla ruota e si accascia, piange di un pianto monocorde, quasi silenzioso, la chiave nella mano è quella di casa.Si alza, rovista nella borsa, la recupera, schiaccia il pulsantino, l’auto si sblocca. arriva a casa di Jenny in nemmeno dieci minuti, vede un parcheggio libero (lei trova posto sempre). In ascensore schiaccia settimo piano mentre piange col cuore che le va a mille.Sono tutti in soggiorno: abbraccia la madre, la sorella, il fratello malato di nervi, il padre, le nipoti, si sta occupando di tutto il cognato: mio Dio, ma quello è un cretino!Chiede sottovoce a una delle nipoti lei dov’è?La grande le fa segno in camera da letto.La vede: venticinque chili per un metro e settantadue, capelli corti in crescita. si avvicina e le sembra che respiri, le prende la mano (le ossa di quella cioè) è fredda: non le fa impressione, lei non ha paura della morte, del distacco affettivo piuttosto, della perdita di un’amicizia buona, il timore che Jenny abbia sofferto.Le sembra ancora che respiri. prende lo specchietto che tiene in borsa di solito per controllare se verdurine le siano rimaste impigliate tra i denti e glielo avvicina alle labbra. ma che sto facendo?Poi si accorge di qualcosa che non è come dovrebbe essere, qualcosa di poco dignitoso secondo lei: cosa t’hanno messo addosso? che è sta gonna gitana? sicuramente c’entra quel cretino di tuo cognato.Chiama il suo capo, gli spiega la situazione: l’indomani non va a lavorare perciò decide di restare a vegliarla tutta la notte e a prendersela ora con questo e ora con quello e ora con qualsiasi altra cosa: non vuole lasciarla da sola e per tenersi occupata le sparla il cognato fino a quando non è ora di andare a prepararsi per il funerale.Si occuperanno di lei quelli delle pompe funebri perciò può stare tranquilla, ma quando ritorna rimane di ghiaccio: cosa ti hanno fatto? chi è quella nella cassa? dov’è la mia Jenny?Parrucca lunga bionda, viso truccato e unghie laccate color glicine, il tutto avvolto in un completino pantalone in pelle nera: sarà intervenuto quel cretino di tuo cognato per ridurti così. secondo me saresti stata più carina con un trucco leggero, smalto trasparente, una bella bandana e un vestitino lento, leggero, magari a colori, che siamo in primavera.Mannaggia a tuo cognato. Eppure quando ti dicevo che mi sembrava cretino non pensavo lo fosse così tanto!Lucia Immordino

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