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Il colloquio educativo dentro il carcere

Creato il 10 ottobre 2013 da Girolamo Monaco
Pur collocandosi dentro un’unica esperienza di vita, il rapporto con l’educatore si articola secondo momenti particolari, singole unità di “intervento educativo”, circoscritte da contorni spaziali e temporali definiti e riconosciuti, che nelle intenzioni (talora programmate dell’educatore) seguono una precisa progressione di contenuti e significati.
Il colloquio è il momento formale dell’incontro tra educatore e detenuto. Esso è previsto dalle norme che regolano la vita del carcere ed è riconosciuto da tutti gli operatori della struttura come l’ambito esclusivo dell’intervento professionale dell’educatore.
Tale unità di base, che è rappresentata dal singolo colloquio con l’educatore penitenziario, si costruisce attorno la strutturazione di una particolare “situazione esperienziale”: ha un ambiente ad esso deputato (la sala ove tale colloquio è realizzato, di solito l’Ufficio degli Educatori), una dimensione temporale che scandisce l’inizio e la fine del colloquio, una procedura che regola la richiesta del colloquio (sia da parte del detenuto che da parte dell’Educatore), un contesto generale che vincola il colloquio alle regole della Struttura all’interno della quale si opera.

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