Non vogliamo ritornare sull’argomento della pseudo-pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali perchè se ne dicono fiumi di parole ogni giorno e si può essere d’accordo sul progetto globale ma non su questo provvedimento che è affrettato e impasticciato (e i continui cambiamenti lo testimoniano) . E poi ormai è accertato, gli stessi tecnici del comune ammettono a mezza bocca che il traffico veicolare nelle vie limitrofe aumenterà di almeno il 30 % con conseguente innalzamento degli indici di inquinamento (non lo dicono ma è ovvio) e disagi a non finire per chi abita e lavora lì. Vorremmo solamente far notare che esistono dei monumenti di serie A e monumenti di serie B se non addirittura C,D e oltre. Da un comunicato di Legambiente del 5 luglio (vedi il documento intero in .pdf)
E’ irresponsabile chi vuole continuare anche solo per qualche mese a lasciare al Colosseo e ai Fori il ruolo di spartitraffico per le automobili, stiano attenti i vari politicanti romani a rischiare di avere sulla coscienza nuovi crolli per vibrazioni e smog -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-
Bene, finalmente qualcuno si è accorto che le vibrazioni e lo smog possono essere deleterie per la salute dei monumenti (e non solo!) e perchè no, anche dei palazzi vicini. Però mi sembra che queste affermazioni si rilascino solo in presenza di grandi eventi mediatici : nella vita di tutti i giorni e con dei monumenti importanti sì, ma non come il Colosseo, i politici, le organizzazioni ambientaliste, gli opinionisti e i giornalisti di grido, scusate il termine, se ne fregano del tutto.
Immagine 4 : Treno che passa soto gli archi a Porta Maggiore
Possibile che a nessuno sembra importare che il Ninfeo degli Horti Liciniani (vedi foto della ricostruzione grafica da “Il Messaggero”) e la Basilica sotterranea di Porta Maggiore (monumento non raro ma unico!) siano chiusi al pubblico e che Porta Maggiore anneghi nel traffico con l’orrore di un treno (perchè di treno si tratta anche se a scartamento ridotto) che passa sotto i suoi bellissimi e secolari archi. Ma non si tratta del Colosseo e di via dei Fori Imperiali e quindi l’impatto mediatico è enormemente inferiore e non vale la pena di spendere qualche parola, prendere qualche provvedimento serio o indire degli incontri con i cittadini per decidere cosa fare per migliorare la situazione. E a nulla valgono le indicazioni e i progetti di architetti ed urbanisti (ne riparleremo nei prossimi post su via Giolitti), sembra di parlare davanti a un muro di gomma tanto l’indifferenza per questo problema regna ed è regnata sovrana da sempre. Vorrei chiedere l’aiuto degli archeologhi e dei tecnici che stanno lavorando al restauro del Tempio di Minerva Medica e che sperano di aprirlo al pubblico nel 2015 per sensibilizzare l’opinione pubblica che a Roma non esiste solo il Colosseo ma tanti altri monumenti che devono essere preservati e valorizzati. La cultura non deve essere sbandierata solo per operazioni a grande impatto mediatico e non serve alla città creare un eden archeologico e lasciare intere zone abbandonate a se stesse. Se il Ninfeo degli Horti Liciniani stesse in una qualsiasi altra città sarebbe un punto di riferimento assoluto e sarebbe visitato da centinaia di migliaia di turisti ogni anno creando posti di lavoro direttamente e indirettamente. Invece qui a Roma è un secolo che è chiuso.