Mentre Massimiliano Salini continua il suo show cabarettistico sulla questione dell’acqua, la stampa dei padroni prosegue nelle interviste adulatorie e nelle costosissime paginate di allegre panzane. Le tecniche di distrazione di massa non sanno più che cosa inventare, ripetono addirittura la gag dell’assessore (Nolli copyright) che si dimette. Molte famiglie non arrivano a fine mese, le utenze di acqua luce e gas sono state staccate e Arvedi e agricoltori investono nelle tecniche di manipolazione di massa. Davvero geniale ma la destra è questa, Berlusconi o no. Tant’è vero che Cremonaoggi riesce anche a scrivere che l’assistenzialismo è finito e nello stesso tempo fa pubblicità alla Balotta costruzioni che ha realizzato l’indispensabile chiesa del Maristella, quella dove tiene concione l’assessore ombra. Antonio Leoni non ha mai parlato come direttore di questi problemi. Gli interessava solo la sua bella favola personale. E Pizzetti resta al carro di quei personaggi? Si vede che è diventato presidenzialista!
Concordiamo con il presidente Massimiliano Salini: le operazioni di riduzione del numero di amministratori di aziende pubbliche negli ultimi mesi in Italia sono soprattutto operazioni di maquillage. Noi però come Comitato Acqua aggiungiamo che rischiano di ridurre l’agibilità democratica e la trasparenza di tante gestioni: l’uomo solo al comando è una filosofia opposta a quella che amiamo e proponiamo, che è basata su informazione e partecipazione.
Ma il senso vero dell’intervento del presidente sta tutto in quella locuzione “scomparire del tutto” dietro alla quale è chiaro che non sta una serena e obiettiva valutazione reale ma ormai qualcosa che sconfina nell’ossessione personale (o altro). Proprio mentre nel resto d’Italia sempre più amministrazioni di ogni orientamento politico vanno in direzione opposta, cioè rimettono saldamente in mani pubbliche i servizi essenziali, qui a Cremona c’è ancora qualcuno che ritiene che il mercato sia la chiave per il futuro. Non ci credono neppure più i liberisti della Bocconi, perché sanno bene che è proprio il mercato applicato alla finanza la causa prima della crisi che attanaglia l’Europa, non certo le ex-municipalizzate.
Quale “concorrenza” può essere realizzata sui servizi pubblici essenziali, che sono il “core business” delle nostre ex-municipalizzate? Sono quasi sempre servizi che agiscono in regime di monopolio. Ci aiuti il signor presidente a capire che tipo di “libertà di scelta” ha in mente: una famiglia si deve fare installare tre o quattro tubi in casa in modo da poter scegliere di mese in mese il “produttore di acqua” che gli fa l’offerta migliore? E’ chiaro anche ai bambini che l’unico fattore rilevante in termini concorrenziali si ha al momento della gara. Chiusa la gara, fine della concorrenza: poi per vent’anni ti tieni quel gestore, perché se te lo vuoi togliere dai piedi (ad esempio perché lavora male o perché triplica le tariffe in pochi anni) devi pagargli salatissime penali. E’ questo che vogliamo per i nostri servizi essenziali? Perché questo è successo ovunque si è privatizzato, in Italia come all’estero. Abbia il signor presidente l’umiltà di informarsi in giro.
Scaltramente il signor presidente si lancia in giudizi generalgenerici sulle aziende pubbliche italiane e non parla delle nostre, che sono quelle a cui davvero lui dovrebbe badare: hanno funzionato male le nostre? Vediamo i bilanci, dopo di che ci permetta il signor presidente di proporre un diverso approccio. Buttare il giocattolo inceppato è comportamento infantile: se una azienda è documentatamente gestita male non si svende l’azienda, si cambia l’amministratore. Ah, ma un attimo: chi li ha nominati i presidenti delle aziende? Oooops…
Il Comitato Acqua Pubblica del Territorio Cremonese
45.284825 9.845876