Mi piace soffermarmi ancora un poco sulla vicenda Lusi, questo perché all’osservatore attento non possono sfuggire certe sfumature della politica. La rapidissima sintesi di quanto accaduto vede il senatore (non si è mica dimesso) in carcere dopo l’autorizzazione a procedere per appropriazione indebita e riciclaggio in merito alla gestione dei fondi elettorali della Margherita. Come ovvio che fosse Lusi in Senato si è difeso ed, in alcuni tratti, anche attaccando e minacciando. Ha affermato che ha ancora molte cose da dire sui fatti a lui iscritti e c’è chi giura che farà nomi pesanti. Staremo a vedere perché già sabato i pubblici ministeri lo ascolteranno. Nel frattempo vi porto su di un altro terreno, quello più squisitamente politico. Mi pongo essenzialmente una domanda che è la seguente: possibile che il Pd non abbia timore delle rivelazioni di Lusi? Va ricordato infatti che è stato proprio il partito di Bersani a votare a favore della traduzione in carcere del senatore della Margherita. Lo hanno letteralmente scaricato, bollato come figura scomoda, persino indigesta. E ancora; possibile che non si siano resi conto del suicidio politico che potrebbe derivarne se Lusi cominciasse davvero a far nomi? Il Pd ne uscirebbe con le ossa rotte, fratture talmente scomposte che potrebbero minare il consenso degli elettori, in una fase, come quella odierna, in cui tutti cercano di riconquistare beneplaciti dai cittadini contro l’onda montante dell’antipolitica. Roba da giocarsi la probabile vittoria alle future politiche. A meno che i furbetti del Pd non sappiano il fatto loro e diano prova di aver studiato. Eccome se hanno studiato! Nella fattispecie il pensiero di quella splendida mente che fu Giambattista Vico, dalla cui immaginazione nacque la famosa dottrina dei “corsi e ricorsi storici”. Se davvero così fosse bisognerebbe trovare il precedente alla triste vicenda summenzionata. Ed il precedente c’è, eccome se c’è. I più piccoli non lo ricorderanno di certo, perché qui stiamo parlando di quando la sinistra aveva ancora il colore del rosso acceso, quello del Pci. Certo cominciava a sbiadire, stava diventando Pds, ma nel simbolo della quercia c’era ancora la falce e il martello che ne baciava le radici. Siamo nel 92-93 in piena mani pulite. Tutti i partiti ne uscirono infangati. Stesso scenario, quello finanziamento pubblico, che allora si chiamavano ancora tangenti. Democrazia Cristiana, Partito Socialista, Partito Liberale, Partito Repubblicano (quello dell’edera, Spadolini e soci, per intenderci) insomma tutti, o quasi. Tutti tranne uno il Pci-Pds. Non che non intascassero tangenti anche loro sia chiaro, ma non fu possibile, persino ai Domini Canes del pool mani pulite, capitanati da un rampante Di Pietro, stabilire collegamenti suffragati da prove tra chi aveva intascato i soldoni ed il partito. Qui interviene il Lusi di allora, stesso ruolo, o quasi, stesso uso dei danari in forma privata, con un po’ meno vacanze ai tropici e spaghetti al caviale, solo case per i parenti in via Tirso a Roma(per 700 milioni delle vecchie Lire e un conto in svizzera per 500 milioni della vecchia cara moneta che durava tanto). Insomma prendeva i soldi per il partito, solo che quella tangente, finita poi nel processo Enel, se l’ era tenuta per se. Durante gli interrogatori non trapelò nemmeno una parola, nemmeno un fiato sui collegamenti tra soldi e comunisti, tanto che questo comportamento gli valse la reputazione di essere un vero duro, come tanti fecero oltre cortina prima di lui. Il silenzio, il portare la croce, gli fruttarono tre anni di carcere. Oggi quell’uomo fa il nonno, a Torino. Dunque il Pd spera in un comportamento simile? Spera davvero che Lusi abbia tanti “cosiddetti” da non chiamare in causa i vertici della margherita e del Pd? Staremo a vedere quello che uscirà dagli interrogatori, è una prova del nove, segno dei tempi e soffiate a tutto spiano o non è cambiato nulla, malgrado i venti e più anni passati? La partita politica è tutta qui. Ah! Dimenticavo! Chi si ricorda di Primo Greganti, il famoso “compagno G”? (nella foto: “il compagno L” a rapporto?)
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