Passare molto tempo in palestra, dimagrire, sottoporsi ad esercizi sfiancanti non è sempre indice di aver abbracciato una vita più salutistica. Al di la' del comportamento legato all'attività fisica probabilmente è successo a tutti di incontrare uomini e ragazzi dall'aspetto "normale" che provavano sensazioni di inadeguatezza, bruttezza e anche fallimento nei confronti del proprio corpo, e se ci si rivolge ad una popolazione di body-builders avremo la sensazione di aver sempre maggiormente individuato un gruppo di uomini avente in comune la stessa insicurezza ed ansia quasi paralizzante riguardo il proprio aspetto fisico.A ciò è dimostrato che gli uomini non sono solo insoddisfatti della loro immagine corporea, ma possono avere anche un'immagine corporea distorta e percepire se stessi generalmente peggiori rispetto a come realmente sono. L'ossessione per una ricerca di un "corpo perfetto" colpisce sempre di più i giovani che si esprime attraverso la ricerca esasperata di un corpo sempre più muscoloso e all'utilizzo di sostanze, a volte anabolizzanti, come via privilegiata per raggiungere un'immagine di sè percepita come ideale.In tal modo si viene a creare un circolo vizioso per il quale più una persona si focalizza sul proprio aspetto corporeo, tanto peggio si sente nel proprio corpo: l'ossessione genera malcontento.Gli uomini con questa insoddisfazione o spesso distorsione corporea tendono ad avere una scarsa autostima, sono più inclini a sviluppare sintomi depressivi e vivere con preoccupazione i periodi di riposo dall'attività fisica.E' certamente vero che le forze implicate in questo processo sono molteplici, biologiche, culturali ed individuali. In particolare queste forze, come gli standard di mascolinità, che culturalmente sono sempre esistiti, hanno subito un alterazione nelle presenti generazioni per diversi motivi.
Sostanze chimiche. Il primo elemento che ha contribuito all'alterazione del modello di mascolinità è la scoperta della sostanza chimica che può rendere gli uomini più robusti di quanto non lo siano mai stati: a volte si parla di steroidi anabolizzanti, la cui storia inizia quasi un secolo fa, ma che hanno cominciato ad influenzare la rappresentazione dell'immagine maschile a partire dagli anni 70, con l'arrivo dei primi uomini sui set holliwodiani.Uomini e ragazzi hanno così cominciato a vedere film con protagonisti maschili dotati di corpi più grossi di quanto sia naturalmente possibile; nel tentativo di emularli hanno cominciato a frequentare le palestre, pensando ingenuamente che dedizione ed allenamento avrebbero garantito loro una forma fisica simile.La rappresentazione maschile gonfiata si è in seguito diffusa persino nei giocattoli per bambini (attraverso una crescita della massa muscolare degli eroi di plastica davvero inquietante), insinuandosi anche nelle fasce di età più precoci. Alcuni autori hanno visto nel progressivo incremento della magrezza della Barbie un messaggio nocivo rivolto alle bambine. Allo stesso modo ipotizzano un meccanismo analogo riguardo ai bambini.Ed i messaggi analoghi continuano anche ad arrivare nell'adolescenza, grazie alle star di alcuni sport. Gli uomini quindi sarebbero stati indottrinati da tali immagini attraverso giocattoli, fumetti, televisione e film molto prima che fossero abbastanza maturi da sapersi chiedere se queste fossero realistiche e/o obiettivi ragionevoli per un corpo maschile. Nessuna generazione precedente è mai stata sottoposta alle stesse rappresentazione super muscolose, che prima della diffusione degli steroidi.Una situazione analoga si ritrova, inoltre, nella rappresentazione dell'immagine maschile posseduta dalle donne di queste ultime generazioni. Così come uno studio canadese ha valutato l'evoluzione dell'immagine delle ragazze di Playboy, uno studente di psicologia americano ha compiuto una ricerca sull'equivalente maschile, confrontando la forma fisica dei maschi di Playgirl degli ultimi 50 anni. Così come la controparte femminile è diventata sempre più magra, gli uomini di Playgirl sono diventati sempre più muscolosi e asciutti.Incremento della parità tra i sessi. Durante gli ultimi decenni le donne si sono sempre più avvicinate alla parità con gli uomini in molti aspetti della vita, per cui gli uomini hanno gradualmente perso la loro tradizionale identità di sostenitori e protettori, lasciando come ultimo baluardo della mascolinità l'immagine corporea.Il corpo maschile infatti è sempre stato rappresentativo dello stesso ruolo di genere maschile. Anche se alcune ipotesi possano risultare controverse, alcuni autori hanno suggerito che il corpo ipermascolino simbolizzi il tentativo da parte degli uomini di ristabilire i sentimenti e le sensazioni di autocontrollo e valore maschile.In tal senso, ora più che mai, il corpo maschile definisce gli uomini, e poiché molti troverebbero impossibile raggiungere questo standard di "supermaschio", essi riverserebbero quest'ansia ed umiliazione al loro interno, continuando in superficie a condurre ciò che sembra un'esistenza regolare e tranquilla. Sono stati fatti degli studi che indicano che la maggioranza di questi uomini non si sognerebbero mai di farsi visitare da uno psicologo, sebbene molti siano preoccupati per il loro aspetto fisico, talvolta da essere clinicamente depressi.Gli uomini inoltre, diversamente dalle donne che nel tempo hanno imparato a confrontarsi con gli ideali di bellezza e parlarne apertamente dando voce alle proprie preoccupazioni, non lo fanno.Da queste osservazioni è stato tratteggiato il complesso di Adone, in riferimento al personaggio della mitologia greca, mezzo uomo e mezzo Dio, ideale supremo di bellezza maschile come quello che cercano disperatamente di raggiungere gli uomini affetti da tale complesso.Nel tempo continua ad arricchirsi di contenuti "gonfiati" e nella mia esperienza clinica ho modo di vedere, spesso nei ragazzi molto giovani (tarda adolescenza) che il complesso non riguarda più solo le forme corporee, ma anche la sessualità. Non è raro che il coito diventi una palestra con movimenti ripetitivi e ossessione. Alla base ho spesso ritrovato l'ansia sessuale, ma ad un livello più profondo la presenza di complessi che si intersecano spesso con quelli dell'immagine corporea, disturbata da aspetti come il complesso di Adone. Il rischio maggiore è oggi per i giovani, infatti si stima che gli aspetti legati al complesso di Adone e il conseguente disturbo dell'immagine corporea, caratterizzato dalla sensazione soggettiva di bruttezza o di difetto fisico inizi già a 16 anni.Si stima che si arrivi all'attenzione di uno specialista a 30 anni, in media.Il complesso di Adone si intensifica nel momento in cui non sono più solo l'esercizio fisico ossessivo a placare l'ansia di inadeguatezza ma si ricorre all'utilizzo di sostanze chimiche per incrementare la massa muscolare, gli anabolizzanti, dai meno pericolosi di tipo proteico, ai peggiori di tipo steroideo. La differenza del complesso di Adone rispetto al disturbo dell'immagine corporea è che chi ne soffre ha insoddisfazione per tutto il corpo, mentre invece nel disturbo dell'immagine corporea può trattarsi di parti specifiche (spesso localizzate nel viso, capelli diradati, naso troppo grosso ecc....).Non sempre è semplice identificare questi aspetti, dalle normali insicurezze, in un adolescente.Il complesso di Adone è spesso la base per la strutturazione di disturbo del comportamento alimentare al maschile che può tradursi in comportamenti orientati dal complesso. Non sono certamente solo variabili culturali ad intervenire, ma anche aspetti legati alla personalità, storia di vita, o anche altri disturbi psicologici. Presto nuovi articoli sui disturbi del comportamento alimentare ...