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Il compromesso è una virtù o un cedimento?

Da Pasqualefoglia @pfoglia2

emisferi-cerbraliLa virtù nasce dal compromesso tra due valori opposti, entrambi negativi

La realtà e la stessa verità hanno sempre due facce…

Tutti ci ritroviamo spesso a fare i conti con due forze antagoniste dentro di noi che si agitano e lottano per contendersi il primato. Se una di esse prevale sull’altra, come accade in tutte le persone nevrotiche o immature, vengono meno i fattori basilari della gioia di vivere: la fiducia in se stessi e l’indipendenza dagli altri, ossia la capacità di badare a se stessi anche da soli. In questi casi l’ansia e la paura rendono la vita molto difficile. La fiducia in se  stessi è la qualità più importante per un individuo perché ci consente di avere anche fiducia nel prossimo e conferisce sicurezza, convinzione e assertività.

Le persone sagge ed equilibrate, invece, riescono a integrare tra loro queste bestie selvagge e irrazionali attraverso un compromesso. In fondo, la stessa integrazione tra i due emisferi cerebrali è un comporomesso.

La virtù stessa non è altro che un compromesso poichè si tratta dell’equilibrio tra due poli opposti; è una via di mezzo che scaturisce dalla mediazione o integrazione delle due qualità opposte, sempre negative e pericolose. Questo concetto è valido sia per i fattori psicologici, sia per quelli materiali o fisici.

Mentre gli opposti sono valori irrazionali, il compromesso, scaturendo da una interazione ragionata e volontaria, è sempre razionale. Possiamo paragonare il compromesso a un sale chimico che ha caratteristiche neutre pur derivando dalla reazione di un acido e una base, sostanze entrambe caustiche e da maneggiare con precauzione. Possiamo anche paragonare il compromesso a un ponte che consente di passare agevolmente da una sponda all’altra di un fiume o di un torrente.

Per illustrare meglio il concetto e la sua importanza pratico-esistenziale, riporto alcuni esempi di virtù: assertività, classe media, centro, giusta quantità, modestia, forza di volontà, fiducia, equanimità, verità, credente, eroe, guerriero, amante, mago e re.

L’assertività è un compromesso tra il comportamento aggressivo (eccessiva assertività) e quello passivo (scarsa assertività).

La classe media è una via di mezzo tra la classe dei ricchi (troppi soldi) e quella dei poveri (pochi soldi).

Un partito di centro è una via di mezzo tra la destra e la sinistra sempre in guerra tra loro.

La giusta quantità è una via di mezzo tra l’eccesso e la scarsità, tra il troppo e il poco, tra tutto e niente.

La modestia è un compromesso tra l’arroganza (troppa importanza) e l’umiltà (scarsa importanza).

La forza di volontà è un compromesso tra il fanatismo e l’apatia.

La fiducia è un compromesso tra la spavalderia e la paura.

L’equanimità è un compromesso tra l’imparzialità e l’ingiustizia.

La verità è un compromesso tra il fanatismo e il distacco.

Il credente è un compromesso tra il fondamentalista e l’ateo.

L’eroe è una via di mezzo tra il bullo e il codardo.

Il guerriero è una via di mezzo tra il sadico e il masochista.

L’amante è una via di mezzo tra l’edonista e l’insoddisfatto.

Il mago è una via di mezzo tra il manipolatore e lo sfaticato.

Il re è una via di mezzo tra il tiranno e il liberale.

In linea generale, quando una cosa è esagerata, sia in eccesso che in difetto, salta l’equilibrio tra gli opposti e quindi anche la virtù e gioia di vivere.

Il compromesso non è mai da considerarsi un cedimento o qualcosa di negativo, perché nasce dalla capacità di ra

win-win
gionare e mediare. Esso è il frutto delle migliori caratteristiche del genere umano: la flessibilità mentale e la capacità di adattamento all’ambiente e alle circostanze. Il compromesso è la soluzione che emerge dall’accettazione della realtà: è un cambiamento win-win, il migliore in assoluto.

La virtù non è mai il massimo di una data qualità o caratteristica, ma è il valore medio tra il suo massimo eil suo minimo, tra il troppo e il poco di una data cosa, tra tutto e niente.

Ora, se è vero che tutti sono d’accordo sul fatto che il minimo di una data qualità, per esempio la povertà, crea più svantaggi che vantaggi, non tutti sono d’accordo invece sul fatto che anche il massimo di una data caratteristica, per esempio la ricchezza, comporta più svantaggi che vantaggi.

Eppure, la gente fa cose pazze pur di raggiungere il massimo in tutte le aree dela vita, e siccome spesso non ci riesce, si dispera e si autoflagella, non sapendo che è mille volte meglio una posizione intermedia!

Purtroppo, a prescindere da ciò in cui ognuno crede, siamo tutti spinti ad ottenere il massimo poiché per non perdere le buone posizioni acquisiste col nostro impegno, occorre darsi sempre da fare, e questo fatto ci porta automaticamente sempre più in alto. Ed ecco perché il ricco, costretto a lavorare 20 more al giorno, diventa sempre più ricco! Se smettesse di proteggere e consolidare quanto già conquistato, un milionario cadrebbe in picchiata verso il basso.

Anche il ragazzo più bravo della classe è costretto a sgobbare tutti i giorni per non perdere la faccia e il primato.

È facile capire che una virtù qualunque non è quasi mai una qualità stabile, statica o definitiva, ma è sempre in bilico tra le due caratteristiche negative che ne rappresentano l’eccesso e la scarsità, come abbiamo visto negli esempi sopra riportati.

In genere noi oscilliamo poco o tanto, ora al di qua, ora al di là della virtù…  Per restare virtuosi, non si deve esagerare con le oscillazioni.

Il compromesso è una soluzione saggia, intelligente e ideale perché tiene conto del fatto che la realtà stessa, che poi è anche la verità, ha sempre due facce. I contendenti guardano a una sola faccia, quella per loro più conveniente, e ognuno crede che sia la faccia giusta…

In realtà, sono giuste entrambe le facce perché tutto è relativo a chi le guarda, anche se è sempre il più potente a dettare le regole. Regole per modo di dire…

Ecco i motivi delle guerre e in generale dei dissidi e anche delle lotte fratricide. Per questo motivo i compromessi non durano a lungo e sono difficili da rispettare. L’ombra, con i suoi interessi egoistici, è sempre in agguato e coglie ogni occasione per buttare il compagno di viaggio giù dal ponte.

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