Quello che davvero non riesco a capire di tutta la faccenda della ProLoco a Montegranaro è perché l’Amministrazione Comunale continua ad esercitare pressioni sulla sua ricostituzione. Ferma restando l’assoluta e urgente necessità di un coordinamento delle attività culturali e ricreative, sulla quale credo concordino tutte le associazioni che operano sul territorio, questo lavoro continuo da parte dell’assessorato alla cultura somiglia sempre di più ad un’ingerenza totalmente indebita.
Ricordiamo che la ProLoco è un ente di diritto privato sul quale il Comune non può esercitare alcuna prerogativa. Quindi vorrei capire perché ci si arroga il diritto di nominare, di fatto, un commissario (nonostante Di Battista neghi che si tratti di un commissario, quello è), oltretutto individuato nel responsabile dell’Ufficio Cultura Giuseppe Nuciari, creando così una monopolizzazione ed un controllo pressochè totale su ogni attività culturale.
Ricordiamo anche che l’ultimo direttivo eletto dall’assemblea è stato sostanzialmente costretto alle dimissioni causa l’atteggiamento ostruzionistico del Comune. Infatti, pur non emanando alcun atto ufficiale di disconoscimento dell’elezione del direttivo, il Comune non ha mai interloquito con lo stesso tanto da impossibilitare ogni azione. Già da ciò traspare una forte volontà di esercitare un controllo sulla ProLoco.
Il fallimento del tavolo di coordinamento delle associazioni culturali, voluto da Di Battista e dallo stesso Di Battista lasciato naufragare, evidenzia come, dopo la nascita del coordinamento, il progetto attuale di commissariare la ProLoco avesse preso corpo e, da qui, il decadere dell’interesse a portare avanti il progetto che, anche se l’Assessore sembra convinto non funzionasse (per motivi accampati a giustificazione del suo atteggiamento e probabilmente suggeriti ad hoc da chi aveva interesse al naufragio del tavolo), invece stava iniziando a funzionare e a dare frutti. Quindi perché non è stato più convocato?
Credo che a Montegranaro la politica debba tornare a occuparsi dell’interesse comune e tralasciare questi giochini da prima repubblica che danneggiano la collettività a solo vantaggio da chi ne acquista maggior potere. La ProLoco va fatta nascere ma nei modi previsti dal suo statuto: Mazza, il Presidente dimissionario, convochi l’assemblea dei soci e si rielegga un nuovo direttivo. Tutto sommato non è così difficile come si pensa in Comune.
Luca Craia