Con un ritardo pauroso, arrivo a dire la mia sul concerto del primo maggio.
La materializzazione della musica in piazza.
I giovani. Il lavoro. La festa.
I saluti alla telecamera.
Le bandiere dei 4 mori.
I big. Gli sconosciuti. Le urla. Le cariatidi.
Il Concertone, l’evento musicale italiano più discusso dopo Sanremo.
Ecco, bisognerebbe smetterla di menarcela con il Concertone.
Sono troppe le analisi.
Le lamentele.
“E non ha più senso suonare in piazza il primo maggio.
Non ne ha mai avuto. E suonano sempre gli stessi.
Sempre loro, ancora loro, quelli che si vedono solo al Concertone.
Il Sud che monopolizza il palco.
Il Sud non è Caparezza e i Sud Sound System.
La musica non è questa.
I giovani non sono questi”.
E che palle.
Guardare il concerto del primo maggio non è un obbligo.
Andarci ancora meno.
Chi se ne frega se c’è un concerto che non ci piace.
Sarebbero tutti più contenti se non ci fosse?
E allora a quel punto basta. Nessun concerto.
La Tv sarebbe libera di programmare come le pare.
Gli automobilisti romani di passare per Piazza San Giovanni.
I negozianti di aprire senza i ragazzini che invadono i cessi.
Gli ambulanti di stazionare ai soliti posti.
Tutto regolare.
Che qui si lavora.
E non c’è un cazzo da festeggiare.