Magazine Diario personale
La signora mi ha domandato, come sempre, se fuori erano già stati posizionatii bidoni della spazzatura* ma, prima che potessi sfoderare il più biascicato dei miei “non so”,è spuntata dal nulla l’amministratrice dello stabile, la signora Maria del Pilar che- non so come sia possibile - si materializza ogniqualvolta un discorso vertasu questioni di regolamento condominiale.
La signora Pilar - bassina e corpulenta, con i capelli corti di un colore aranciato chesfuma sul rosso aragosta - ci fa presente che il ritardo nel posizionare ibidoni, da lei appena constatato, è dovuto all’indolenza del giovane figliodella nipote del cognato della cugina della parrucchiera del primo piano -incaricato di portare fuori i raccoglitori ogni sera, e che, ogni sera,immancabilmente se ne dimentica - che verrà redarguito a dovere.
In quel momento, si apre la porta dell’ascensore ed appare lo spilungonemoro che tutte le sere dispari della settimana esce, sacca in spalla, perandare agli allenamenti di basket.
Un lampo di fuoco illumina le lenti della occhialuta signora Pilar,che gli si para innanzi bloccandogli il passo, gli punta contro il dito indiceed inizia ad accusarlo di aver compiuto, lo scorso sabato notte, dei gravissimiatti vandalici a danno di beni condominiali. Il ragazzo le risponde, con voce roboanteed un marcato accento andaluso, dichiarandosi completamente estraneo ai fatti,ma la signora, più tosta del Giudice Amy, smonta la sua versione, dicendo di avereuna prova-video che lo inchioda. Le telecamere di sorveglianza, infatti, lo hannoripreso mentre graffitava l’ascensore.
A quel punto, la conversazione prende a viaggiare su tonisempre più alti ed attira l’attenzione di altri condomini, ben felici di usciresui pianerottoli in pantofole e bigodini, prima per orecchiare e poi, in caso, perprendere parte attiva alla tragicommedia della settimana.
Il guazzabuglio di voci si fa sempre più intricato e decidodi squagliarmela, lasciando l’aspirante cestista alle sue sorti.
Questo episodio mi ha ricordato che, in un precedente post,avevo parlato diffusamente degli agi e dei confort di cui è dotato il graziosoappartamento in cui abito, ma non avevo fatto cenno alla variegata e coloratagamma di tipi umani che popolano il nostro condominio.
Vivo ormai da un anno e mezzo in questo palazzo e sono giuntaalla conclusione che i personaggi che ne fanno parte siano stati caratterizzatiprendendo a modello i protagonisti dei film di Almodóvar (o forse viceversa?). Lecaratteristiche fisiche e caratteriali, le abitudini comportamentali, le storieche mettono in scena ogni giorno mi ricordano moltissimo le atmosferealmodovariane, e quel miscuglio di realismo e di surrealismo, di dramma e di grottesco,di comico e di melodrammatico tipico della sua cinematografia.
Il mio non è solo un condominio dove tutti sanno tutto ditutti - perché magari c’è chi ausculta le pareti e chi occhieggia dallospioncino - ma un vero e proprio habitat comune dove gli inquilini conduconouna vita quotidiana condivisa, grazie aduna pressoché totale disinvoltura nel vivere pubblicamente il privato, e complicelo spessore quasi nullo delle pareti divisorie, equiparabile solo a quellodella carta velina.
I Tacchi a Spillo delle ragazze del 3-D sono solite seguireil ritmo del battito delle fruste delle nonnine del piano di sotto, dedite ognisabato mattina alla preparazione di quantità industriali di tortilla, atta a sfamareil nipotame domenicale ed onnipresenziare le tavole di tutto il parentame per lasettimana a venire. Lo sfrigolio delle uova e l’odore untuoso della tortillastimoleranno gli appetiti della coppia del 5-E, una coppia di grido, famosa perpossedere un Indiscreto Fascino del Peccato, dedita corpo e anima a delleconsuete, prolungate, ritmiche ed estenuanti performance che arriveranno, nelmomento del climax, a mietere gli applausi ed i fischi d'ammirazione deiragazzi del 3-B, quelli tacciati di Mala Educación dall'amministratricecondominiale, rei di aver compiuto misfatti notturni sotto l'occhio implacabiledelle videocamere di sorveglianza, istallate dal sedicente marito di lei, a suavolta noto per una storica frase, pronunciata in piena notte, in un giornoqualunque della settimana, con cui costui squarciò il silenzio del palazzodormiente per minacciare il manipolo di fiesteros in questione che avrebbechiamato nientedimenochè la Commissione Europea (!!!) se non avesseroimmediatamente smesso di picchiare le nocche sui muri, attività, peraltro,perpetrata con lo scopo di attirare l'attenzione di Pepi, Luci, Bom e le Altre Ragazze del Mucchio, dell'appartamento accanto.
Queste ultime, brillano fra tutti i condomini per il lorogrande altruismo. Riescono, infatti, a trovare quotidianamente il tempo - nellaloro vita d’indaffarate studentesse – di allietare l'ora della siesta con distensivie concilianti sottofondi musicali. Il tema cambia ogni settimana e questa voltaè il turno della musica psichedelica anni ’80.
La mia vicina preferita resta, comunque, la tenera vecchiettache vive nell’appartamento che confina con la mia camera da letto. Riesco asentire con perfetta chiarezza anche il "tic" dell'interruttore dellaluce quando la spegne per andare a dormire.
Un giorno la incontrai sul pianerottolo, assieme ad altreinquiline coetanee, mentre commentavano i tremendi schiamazzi notturni del finesettimana. La dolce vecchietta si complimentò con me e con la mia coinquilina,dicendo di ritenersi fortunata di confinare con noi, così silenziose ediscrete. Ci raccontò che vive in quella casa da tutta la vita, un’eredità di famigliache si tramanda di generazione in generazione. Ci disse, poi, che non avevaintenzione di presentare rimostranze per i rumori notturni causati dai ragazzidella huerga** e ci confidò di trovarsi benissimo in questo condominio, in quantoil chiasso quotidiano degli esagitati vicini non era un problema per lei, essendo diventata,ormai, quasi completamente sorda.
La salutammo e rientrammo in casa, per iniziare la solita routinedi gesti giornalieri e dialoghi consolidati, tipici di due Donne sull’Orlo diuna Crisi di Nervi, che guardano alla sera il soffitto con un solo motto in mente: ¿Qué he hecho yo para merecer esto!***
NOTE*I raccoglitori della spazzatura vengono coLlocati fuori ogni sera in un orario prestabilito, e poi riportati nel palazzo. Ogni edificio ha i suoi. Il motivo per cui si fa tutto ciò è la salvaguardia dell'estetica urbana.**Huerga è sinomino di fiesta.
***Trad. Che cosa ho fatto io per meritarmi questo?
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