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Guardò, con un gran sonno addosso, la colonna di fumo che si innalzava verso il cielo, ed il suo invisibile padrone. Non dubitava di riuscirgli gradito; sebbene quell'anno i meloni fossero un po' intristiti dalla poca acqua, erano comunque saporiti al punto giusto. Forse, senza rendersene conto, si sentiva l'erbivendolo dell'onnipotente. Comparve Abele, con il solito chiasso; tornava in quel momento, probabilmente, dalla cima della collina, dove portava il suo gregge tutte le mattine – e come lui, sacrificò al suo invisibile padrone. Tra i due fratelli corse il solito silenzio.