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Caino guardò Abele. Non faceva più le capriole. Giocherellava con i pezzi di legno mezzo incenerito che stava sull'altare. Tentava di farci qualcosa che sapeva solo lui. A volte, con il lato carbonizzato di un pezzo di legno, disegnava spirali e pupazzetti sui lati dell'altare. La pietra era ruvida e chiara, e si prestava bene al gioco. Ghignava. Eh, per forza, pensò Caino, quando il tuo invisibile padrone è con te, di cosa vuoi dolerti.
[continua]