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«Il conflitto russo-ucraino». Intervista a Eugenio Di Rienzo

Creato il 08 maggio 2015 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
«Il conflitto russo-ucraino». Intervista a Eugenio Di Rienzo

Presentiamo di seguito quanto dichiarato dal Prof. Eugenio Di Rienzo, Università Sapienza, autore de “Il conflitto russo-ucraino”, in esclusiva a “IsAG Tv”.

 
Stiamo attraversando una delle crisi più pericolose dal dopoguerra: c’è il rischio di un conflitto che un domani potrebbe infiammare tutta l’Europa, dato anche l’atteggiamento minaccioso di una parte della NATO nei confronti della Russia.

Questo è il primo motivo di emergenza che mi ha spinto a scrivere il libro. L’altro motivo è che né il mondo politico né il mondo mass-mediologico italiano hanno dato informazioni sufficienti su quanto stava accadendo. Lo dico scherzando, ma spesso molti operatori dei media e molti politici non sanno esattamente dove stia l’Ucraina e quale sia il peso geostrategico e geopolitico del paese in quel settore (l’Eurasia). Sembra un po’ il problema che ha l’Italia con il Mediterraneo.

Quindi ho cercato di fare un libro breve (sono circa 104 pagine compresa la bibliografia), abbastanza accessibile a tutti, e che svolge un ruolo statutario per un docente universitario: comunicare con il pubblico le sue idee ma anche con l’opinione pubblica italiana in generale. Ho notato molti riscontri. Si sentiva il bisogno di un libro così: tanto distratta è la nostra stampa, tanto inesatta, quanto grande il desiderio di avere notizie su questo punto principale, sulla crisi russa-ucraina. È il desiderio dell’opinione pubblica italiana: ricordiamoci che l’Italia è un paese che è stato molto colpito economicamente delle sanzioni nei confronti della Russia (si parla di perdite per 200 milioni di euro), poiché siamo il secondo partner commerciale europeo il quarto partner commerciale mondiale della Russia. Significativo in un grave momento di crisi come questo.

***

Io direi che la Russia ha, e deve avere, un ruolo fondamentale per la sicurezza e stabilità globale. Io non penso che la Russia abbia desideri revanscisti contro la Polonia o contro le repubbliche baltiche come certa propaganda allineata con Washington vuole farci credere. La Russia ha un ruolo chiave in Asia Centrale grazie all’Unione Eurasiatica ed al trattato di difesa fatto con le ex repubbliche sovietiche. Dovrebbe avere un ruolo fondamentale, e in parte lo ha appoggiando la Siria, nella lotta contro il Califfato.

La Russia non vuole entrare nell’Unione Europea, ma Mosca ha anche detto prima della crisi di voler intensificare i rapporti commerciali con l’Europa, che sono già altissimi. Si parlava addirittura dell’eliminazione dei passaporti tra la Federazione Russa e l’Unione Europea, proprio perché il flusso commerciale era così elevato. La Russia più l’Europa potrebbero fare quel terzo polo necessario a preservare la pace mondiale in un mondo che si avvia non all’unipolarismo dominato da Whashington, bensì al bipolarismo sino-statunitense.

Io vedo la possibilità di una crisi veramente pericolosa e devastante quando questa conflittualità tra Cina e Stati Uniti potrà scoppiare. Ci sono molti sintomi che lo fanno pensare: il riarmo navale cinese, il riarmo navale giapponese, la cintura di base degli USA che si estende intorno alla Cina. Perché perdere questo partner in questo momento così delicato, perché spingere la Russia fuori dalla nostra area di interesse, perché l’Ucraina deve aderire all’unione economica per poi divenire un membro, come altri Stati, della NATO per completare l’accerchiamento russo sui suoi confini occidentali? Io non riesco a capire la ratio di questa politica antirussa, la Russia in questo momento non minaccia nessuno, difende i suoi interessi strategici di potenza regionale; è passata l’epoca della Guerra Fredda in cui l’Unione Sovietica e il blocco di Varsavia erano una potenza aggressiva. Ora la Russia è una potenza regionale che sta sulla difensiva, e l’orso russo è stato costretto a sfoderare i suoi artigli creando il pasticcio ucraino, un disastro sia per la pace mondiale sia per le popolazioni che vivono nelle zone interessate alla guerriglia, cioè la zona del Donbass. Ora c’è stato il secondo accordo di Mins,k che non tiene perché continua la situazione di guerriglia. Il bilancio delle vittime sale e, almeno sui giornali italiani non ce n’è notizia.


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