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Il coniuge ha il vizio del gioco d’azzardo? Si può chiedere la separazione

Creato il 14 aprile 2014 da Yellowflate @yellowflate
 Avv. Eugenio Gargiulo

Avv. Eugenio Gargiulo

Tentare la sorte ogni tanto non fa male a nessuno, ma diventare dei perdigiorno, nelle sale giochi o bar, non solo fa male alle finanze, ma costituisce un grosso danno per l’equilibrio economico della famiglia.

Infatti, come è risaputo, con il matrimonio i coniugi sono tenuti a rispettare una serie di obblighi: uno di questi è garantire all’altro assistenza morale e materiale. Ciò significa che bisogna stare accanto al coniuge, preoccuparsi del suo benessere fisico, garantendo assistenza nel caso di malattia. Ma è necessario anche provvedere al sostentamento economico se il coniuge – quasi sempre la moglie – non ha redditi propri.

Dunque, il coniuge che dedica il proprio tempo libero in cattive abitudini come il gioco d’azzardo oppure consuma continue relazioni extraconiugali non solo viola dei precisi obblighi coniugali, ma si rende responsabile del fallimento matrimoniale.

Proprio con riferimento a ciò, la Cassazione, con una recentissima sentenza , ha confermato l’addebito della separazione a carico del marito assiduo frequentatore di case da gioco nonché “fedifrago seriale” perché aveva avuto molte relazioni extraconiugali. ( in tal senso Cass. sent. n. 5395 del 07.03.2014.)

La moglie, per molto tempo, aveva tollerato il comportamento del marito sperando in un suo cambiamento di vita. Ma il coniuge si era talmente assuefatto al gioco e alla vita libertina al punto tale da aver determinato inevitabilmente una intollerabilità della convivenza. Proprio a causa di ciò la moglie si era vista costretta a chiedere la separazione.

In sintesi, l’addebito della separazione può essere richiesto al giudice tutte le volte in cui uno dei coniugi, a causa di un proprio comportamento, renda intollerabile la convivenza al punto tale da determinare il fallimento matrimoniale.

Le principali cause di addebito sono:

1. l’infedeltà;

2. la violenza del coniuge;

3. l’omessa assistenza morale e materiale

4. l’abbandono del tetto coniugale

5. lo shopping compulsivo

6. Il carattere dispotico

7. il mobbing familiare

8. il vizio del gioco d’azzardo.

Questi sono solo alcuni motivi per poter chiedere l’addebito della separazione. Va ricordato che ogni matrimonio ha una storia a sé; dunque, in sede di separazione è possibile porre alla base dell’addebito anche motivi diversi da quelli sopramenzionati: l’importante è che il coniuge che avanza la richiesta di addebito fornisca prove sufficienti per il convincimento del giudice!

Foggia, 14 aprile 2014



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