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Il Consiglio di Stato conferma le ragioni dei referendum: bollette illegittime dal 2011

Creato il 01 febbraio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

Tre Comuni  hanno fatto ricorso al Tar contro il Piano d’Ambito dell’azienda Ato dell’amministrazione provinciale di Cremona, e il comitato acqua pubblica ha dato il proprio sostegno. Infatti il Piano d’Ambito cremonese prevede un’evidente remunerazione del capitale investito.  L’intervento del Consiglio di Stato semplifica il quadro giuridico: dal giorno della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’esito del referendum le bollette dell’acqua non dovevano far pagare agli utenti la remunerazione del capitale investito. Uno dei due referendum lo chiedeva in modo esplicitamente. Segue il comunicato del Forum nazionale acqua bene comune.

Consiglio di Stato: bollette illegittime dal 2011

 

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Lo ripetiamo ancora una volta: abbiamo vinto, non si possono fare profitti sull’acqua. Questa volta a darci ragione è il parere del Consiglio di Stato sulla tariffa: le bollette che i gestori consegnano ai cittadini sono illegittimamente gonfiate e non rispettano la volontà referendaria espressa da 27 milioni di persone.

L’Autorità per l’Energia Elettrica ed il Gas, incaricata di formulare la nuova tariffa all’indomani del Referendum, aveva infatti chiesto un parere al Consiglio di Stato circa la remunerazione del capitale investito, ovvero il profitto garantito del 7% presente nelle bollette. Il Consiglio di Stato ha risposto confermando quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: dal 21 luglio 2011, data di proclamazione della vittoria referendaria, la remunerazione del capitale investito doveva cessare di essere calcolata in bolletta.

Quello che i cittadini hanno pagato è illegittimo e i soggetti gestori non hanno più alibi: devono ricalibrare le bollette. Il Forum Italiano dei movimenti per l’acqua lo dice da più di un anno e lo ha messo in pratica con la campagna di “obbedienza civile”, con cui decine di migliaia di persone in tutta Italia hanno ridotto le proprie bollette per contrastare la violazione democratica.

Oggi, questa sentenza rafforza la necessità di rispettare il referendum del 2011 e delegittima le scelte che hanno guidato l’AEEG nella formulazione della nuova tariffa, emessa un mese fa, in cui “la remunerazione del capitale investito” viene reintrodotta sotto mentite spoglie.Questo nuovo evento non fa che rafforzare le ragioni di chi vuole un servizio idrico ripubblicizzato e fuori dalle logiche di mercato. La mobilitazione contro la “nuova” tariffa AEEG è già iniziata e andrà avanti fino a che non verrà ritirata nel rispetto della volontà degli italiani, nelle strade, nelle piazze e nei tribunali.Oggi con gioia ribadiamo: si scrive acqua, si legge democrazia. 31/01/2013


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