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Il Consiglio regionale fra dr. Jekill e mister Hyde

Creato il 15 ottobre 2010 da Zfrantziscu
I comportamenti della politica sarda sembrano appartenere ad una classe di disturbi schizofrenici. Niente di particolarmente nuovo rispetto alla politica italiana, sia chiaro, ma speciali anch'essi come la nostra autonomia. Ieri mattina, i deputati regionali riuniti nel Parlamento sardo hanno approvato, con sole tre astensioni, un importante documento unitario sul federalismo. Di pomeriggio, tornati ad essere Consiglio di quartiere hanno dato la stura alla politica politicante che potrebbe avere esiti devastanti per la stagione di riforme istituzionali di cui, solo qualche ora prima, avevano posto un solido mattone bypartisan.I giornali raccontano stamattina in poche striminzite righe dell'importante documento sul federalismo e inzuppano il biscotto negli scontri verbali. È successo che l'opposizione ha messo a profitto la ribellione di una parte della maggioranza (sardisti e riformatori) contro la composizione del governo appena varato: e insieme, opposizione e parte della maggioranza, hanno vinto. Di conseguenza, il centrosinistra ha chiesto le dimissioni del presidente e nuove elezioni, sostenendo, non senza ragione, che si è trattato di una sfiducia al governo Cappellacci. Non succederà, immagino, che la richiesta di dimissioni sia accolta. Ma se lo fosse? Si voterebbe non prima di gennaio, non si avrebbe il nuovo governo prima di febbraio. E se tutto va bene, se i decreti sul federalismo non saranno nel frattempo in vigore, la scrittura del nuovo Statuto sarà rimandata a chi sa quando. Se il presidente dovesse dare le dimissioni, neppure sarebbe da prendere in considerazione il documento sullo Statuto su cui maggioranza e opposizione stanno lavorando per renderlo condiviso.Dev'essere capitato qualcosa di molto grave, dunque, qualcosa per cui valga la pena di mettere a rischio la stagione costituente appena cominciata. Ma così non è. Ordinari appetiti non soddisfatti, con decorazioni di disinteresse, personale e di gruppo, nei confronti delle poltrone. C'è colui che si indigna perché la Gallura non è rappresentata nel nuovo governo, e poi si scopre che quella regione è rappresentata sì, ma non da lui. Ci sono due gruppi consiliari che propongono, per rendere credibile l'azione del governo, otto punti programmatici irrinunciabili, ma vai poi a sapere che avrebbero voluto due assessori a testa e non l'uno ciascuno ottenuto. Decretano così che la soluzione della crisi appena avutasi è “provvisoria e inadeguata”, facendo capire che con due poltrone in più la soluzione sarebbe definitiva e adeguata. C'è poi chi lamenta che i finiani non sono rappresentati nel governo, che, per carità, non ne fa una questione personale, e allora ti chiedi “Quanti sono i finiani in Consiglio?”. Uno, lui. Insomma, mister Hyde di giorno e dottor Jekyll di pomeriggio. Attenti alle sorti future della Sardegna dalle 10.01 alle 12.49, capponi di Renzo dalle dalle 16.07 alle 19.03. E sullo sfondo di queste vicende schizoidi, un'altra degna dei burocrati di Gogol. Si è saputo nel frattempo che il neo assessore alla Cultura ha deciso di dare a una società bresciana l'incarico (350 mila euro) di studiare la fattibilità del museo “Betile” che si è già deciso da più di un anno di non costruire. Appalto che forse sarà revocato, sempre che sia possibile farlo. E allora delle due una: o il neo assessore della Cultura si è trovato l'appalto sulla scrivania e gli ha dato il via imprudentemente o ritiene che 350 mila euro siano una bazzecola, in un momento di floridezza economica quale la Sardegna attraversa. In ogni caso, c'è da sperare che la poltrona di assessore della Cultura sia presto libero per rendere la soluzione della crisi nel governo sardo adeguata e non più provvisoria. Così, finita la ricreazione, i deputati regionali potranno pensare al nuovo Statuto della Sardegna. Siamo donne e uomini di mondo e sapremo dimenticare quegli attimi di smarrimento.

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