Il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” un modello vincente per efficienza e capacità di rispondere alle esigenze del territorio.

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Il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” un modello vincente per efficienza e capacità di rispondere alle esigenze del territorio.
di Antonio Bruno*
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Lunedì 24 gennaio alle ore 12 si riunisce la IV Commissione Consiliare della Regione Puglia per l’esame del DDL sui Consorzi di Bonifica. In questa nota alcune riflessioni sull’azione nel Salento leccese del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”
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Acqua e terra del Salento leccese
Più volte mi sono soffermato sull’acqua e la terra che hanno costruito il territorio del Salento leccese attraverso un lungo processo che ha visto l’azione della natura e l’opera dell’uomo interagire strettamente.
Come tutti possiamo notare c’è stata soprattutto nel secolo scorso una trasformazione finalizzata a garantire oggi una certa sicurezza al territorio in termini di rischio, solo che crescenti problematiche ambientali come il cuneo salino, la scarsità idrica, l’erosione delle coste, sta riproponendo prepotentemente il problema della sicurezza del territorio; inoltre la situazione è ulteriormente aggravata dalle pressioni dei cambiamenti climatici, evidenziano la fragilità dell’assetto stesso nel lungo periodo.
La sapienza del Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi”
Logiche consolidate, pratiche e strategie di controllo vanno regolate anche faticosamente per rispondere a nuovi bisogni, non solo ambientali ma anche sociali ed economici. C’è una sapienza che ha sovrinteso per tutto il secolo scorso ai problemi ambientali che è quella del Consorzi di Bonifica. Il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” è consapevole che l’abitabilità del territorio è strettamente dipendente dall’equilibrio tra matrici di acqua e matrici di terra, ed è la competenza e la sapienza maturata nel corso del secolo scorso che candida il Consorzio a essere l’unico Ente in grado di poter trovare percorsi nuovi in quanto è nelle condizioni di reinterpretare e reintegrare il dinamismo proprio del territorio del Salento Leccese che è in una fase di continua trasformazione. Per fare questo è necessario svincolarsi da logiche restrittive e tecnocratiche. IL Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” è in grado di legare tutela a sviluppo affinché possano costruirsi nuovi scenari di interazione virtuosa tra acqua e terra.
L’emergenza alluvioni del Salento leccese
L’emergenza idrogeologica del territorio devono obbligare ad un’univoca riflessione: la necessità della prevenzione. Dal quotidiano lavoro dei Consorzi di bonifica sia scaturita la proposta di Piano Nazionale per la Riduzione del Rischio Idrogeologico, fatto di progetti perlopiù immediatamente cantierabili che sono interventi di manutenzione e adeguamento della rete idraulica di scolo delle acque a difesa dei centri abitati.
Il Consorzio di Bonifica “Ugento e Li Foggi” è stato in prima linea contro l’emergenza allagamenti, anche se molti sono i progetti ancora nel cassetto a causa dei mancati finanziamenti. Impianti, uomini e tecnologie del Consorzio sono stati ininterrottamente in azione per gestire l’emergenza legata alle precipitazioni eccezionali che hanno interessato varie zone del Salento leccese, a causa della combinazione fra piogge eccezionali e repentini cambiamenti climatici.
Cosa vogliono gli Italiani?
L’aumento del fabbisogno energetico, l’inquinamento urbano e industriale e il surriscaldamento globale sono le principali paure di più del 40% degli italiani, secondo una recente indagine SWG realizzata per l’Associazione Nazionale Bonifiche, Irrigazioni. I risultati ritraggono un Paese allarmato per il costante aumento dei problemi ambientali (72%).
Le responsabilità di questa situazione, secondo gli intervistati, sarebbero da attribuire alle opere di disboscamento (70%) e cementificazione incontrollata del territorio (45%).
Forse mai come adesso la popolazione si dimostra cosciente dell’importanza di un utilizzo consapevole delle risorse naturali (prime tra tutte l'acqua) e della necessità di un impegno di privati e istituzioni per preservare macroequilibri ad oggi in serio rischio.
La possibilità che la disponibilità idrica complessiva possa subire una drastica riduzione preoccupa quasi 1 italiano su 4 e in particolare il Meridione, dove l’acqua viene considerata un diritto inalienabile (e troppo spesso negato) da quasi il 30% dei residenti.
D’altra parte emerge con forza la convinzione che il nostro Paese non abbia gli strumenti necessari per affrontare la carenza idrica (a sostenerlo è oltre l’80% degli italiani), soprattutto a causa della presenza di una rete per l’acqua potabile oramai fatiscente (59%) e di un’inefficiente politica di razionalizzazione dei consumi.
Questo dato viene confermato anche da un’indagine condotta parallelamente tra 50 sindaci o delegati all’ambiente, da cui emerge che il 40% dei Comuni del Sud lamenta la presenza di una rete acquedottistica del tutto inadeguata, quasi il 50% riscontra periodicamente delle perdite negli impianti, cui fanno seguito continui lavori di manutenzione e conseguenti interruzioni dell’erogazione.
L’indagine condotta tra 100 aziende del settore agricolo mette invece in evidenza, oltre ad una generale preoccupazione nei confronti della mancanza d’acqua per le colture (il 56% ne lamenta la scarsità), anche il problema della mancanza di strutture e mezzi adeguati per agevolare un uso razionale delle riserve.
“CHI CONTESTA LA FUNZIONE DEI CONSORZI DI BONIFICA O NON CONOSCE O NON VUOLE CONOSCERE”
Ripresa, crescita e sviluppo del Paese non possono prescindere dal rapporto con la risorsa acqua: sicurezza idrogeologica, ambientale ed alimentare devono trovare risposte nella “governance” territoriale. La Bonifica è azione strategica per lo sviluppo del “sistema Paese” ed il suo percorso evolutivo è stato registrato dall’ordinamento italiano; la “minoranza distratta”, che contesta la funzione dei Consorzi di bonifica o non conosce o non vuole conoscere.
“IN CINA SONO NATI 20.000 CONSORZI DI BONIFICA SUL MODELLO ITALIANO”
In Cina sono già stati costituiti 20.000 Consorzi di bonifica sul modello italiano e spagnolo, ritenuto il più adeguato alle esigenze dell’agricoltura”: l’annuncio, a sorpresa ed accolto da un sentito applauso, è stato dato da Juan Valerio De Palma Manglano, Segretario Generale della Federacion Nacional de Comunidades de Regantes de Espana-Fenacore.
Nel mondo della globalizzazione, che spesso vede penalizzata l’agricoltura italiana stavolta esportiamo un modello vincente per efficienza e capacità di rispondere alle esigenze del territorio.
*Dottore Agronomo (Esperto in diagnostica urbana e territoriale titolo Universitario International Master’s Degree IMD in Diagnostica Urbana e territoriale Urban and Territorial Diagnostics).

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