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Il coraggio della libertà

Creato il 18 dicembre 2010 da Alfa
Il coraggio della libertàLa Manica (The Channel per gli Inglesi) è quel tratto di mare che collega l’Oceano Atlantico al Mare del Nord oppure, se preferite, che separa l’Inghilterra dal Continente (anni fa, prima della costruzione del tunnel sottomarino, quando la nebbia o la tempesta impedivano ai traghetti di navigare, gli Inglesi dicevano che “il Continente era isolato”).
L’attraversamento di quelle acque ha cambiato spesso il corso della storia. Giulio Cesare guidò i primi legionari Romani sul suolo britannico, facendo da esempio ad un suo discendente, quell’imperatore Claudio che conquistò l’isola circa un secolo dopo. Nel 1066 fu Guglielmo il Conquistatore a portare i suoi Normanni alla conquista dell’Inghilterra.
L’impresa fu progettata o tentata, da Filippo II di Spagna, da Napoleone e da Hitler, senza successo, perché attraversare quelle acque non è semplice, soprattutto se dall’altra parte ti attendono uomini e donne (pensate alla regina Elisabetta I) determinati e decisi vendere cara la pelle.
Ci riuscirono, ma viaggiando in senso opposto, gli Alleati, che il 6 giugno 1944, il giorno più lungo della Seconda Guerra Mondiale, misero piede sulle insanguinate spiagge della Normandia, segnando l’inizio della fine del potere nazista.
Prima di loro c’era riuscito, da solo e senza barca, un evaso. Giovanni Maria Salati era un soldato dell’esercito napoleonico, di origine italiana. L’uomo, nato a Malesco (VB), era stato fatto prigioniero dagli Inglesi a Waterloo e si trovava detenuto a Dover su un “pontone” una sorta di prigione galleggiante. Poiché la guerra era finita e il Salati desiderava riconquistare la propria libertà, decise di fare ciò che nessuno aveva mai tentato prima. Nella notte del 16 agosto 1817 si gettò in acqua e puntò decisamente verso la Francia. A nuoto raggiunse la spiaggia di Boulogne, guadagnandosi la libertà.
Oggi Giovanni Maria Salati, il primo uomo al mondo ad aver attraversato la Manica a nuoto, è considerato il “capo storico” dei nuotatori italiani che si cimentano in “imprese impossibili”. E la sua impresa viene periodicamente replicata dai moderni nuotatori.
Recentemente, dopo accurate ricerche, la sua storia è stata raccolta in un libro.

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