Il coraggio operaio dell'umanità - Erri De Luca

Di fronte a tragedie come quella dei minatori cileni intrappolati a centinai di metri di profondità per oltre due mesi credo che ogni commento sia superfluo, così come un qualsiasi riferimento all’accaduto e al suo felice epilogo. Leggendo però quello che a proposito ha scritto il mio caro amico Erri De Luca, non posso fare a meno di trascrivere almeno le cose più interessanti dette, poiché è sì vero che l’accadimento riguarda il Cile e i suoi figli, ma nelle parole di Erri può essere d’insegnamento a tutto il globo e, permettetemi, all’Italia in particolare.
“Il pozzo non li ha uccisi (…) La loro risalita non è resurrezione, niente di miracoloso né biglietto di ritorno dall’aldilà. E’ invece traguardo raggiunto dalla fraternità. (…) Le buone notizie del mondo vengono da sud. Nella stanza sepolta a centinaia di metri un reparto di 33 uomini ha messo mano all’uguaglianza, all’unità, all’aiuto reciproco. Non sono virtù, sono l’intelligenza pratica dell’umanità, che sa nelle emergenze cosa va fatto e come. Gli operai hanno esperienza di lotta e resistenza, il loro callo di forza lavoro si è misurato con la disperazione della trappola e non ha ceduto. Immagino al loro posto un consiglio di amministrazione, presidente e membri, ficcati nella botola: si sarebbero sbriciolati in poche ore. Da noi la dignità operaia è considerata un intralcio a sua maestà il fatturato. Intralcio è pure quel minimo di giustizia che riammette in fabbrica tre operai licenziati senza causa. Da noi una proprietà privata si permette l’arbitrio di stracciare quella sentenza avversa. Considerano modernità il ritorno all’asservimento dei salariati. Le buone notizie arrivano da sud, dove il più grande Paese dell’America Latina è guidato nel suo grandioso slancio in avanti da un sindacalista. Dalla bocca di pozzo di miniera si affaccia la forza invincibile di uomini Chisciotte. E’ lì il futuro, il Sud, e noi stiamo a guardare”.