Magazine Diario personale

Il corpo è mio e lo gestisco io

Creato il 02 luglio 2015 da Denise D'Angelilli @dueditanelcuore

images (3)In nessuna delle mie bio c’è scritto femminista. Non perché io non creda in quell’ideologia ma semplicemente perché, molte volte, non mi sento rappresentata da quella parola. Spesso mi ritrovo a leggere manifesti femministi che parlano di cose che per me non meritano il mio tempo, e vedo che si tralasciano i veri problemi che ho attaccati addosso dalla nascita solo perché sono nata donna. Credo, però, che ci sia bisogno di un certo tipo di femminismo, inteso come donne che difendono il loro diritto di essere donne. No, io non sono una post femminista come mi hanno definita, io sono una donna che vuole esercitare liberamente tutti i propri diritti. Non odio gli uomini perché sono lesbica, perché mi hanno detto anche questo, io amo gli uomini anche quando mi fanno stare male e dico di odiarli, io amo il peso del loro corpo sul mio, ma quando lo voglio io, non quando lo vogliono loro, non quando mi devono obbligare a volerlo solo perché li ho in qualche modo istigati. Non è facile essere donna nel 2015, sentirsi dire che ci meritiamo le violenze perché usciamo con un vestitino, sentirci dire che ce la siamo cercata perché l’istinto animalesco dell’uomo, essere superiore, non può essere arginato.

Ricevere apprezzamenti dagli uomini fa bene. Io, quando passo davanti ai miei amici kebabbari che non si lasciano mai sfuggire con lo sguardo nemmeno un millimetro del mio corpo, inizio pure a sculettare. La maggior parte delle volte non lo faccio perché me ne accorgo ma perché sto ascoltando MØ e faccio finta di essere in un suo videoclip, comunque quei “ciao bellissima” fanno bene all’anima e non danno fastidio. Gradirei, però, che l’apprezzamento restasse lì, che si evitassero le manine morte sulla 91. Il corpo è mio e ho il diritto di metterlo in mostra come e quando voglio, ma deve restare mio. Il corpo è il mio e il fatto che tu possa guardarlo e che io abbia pochissima pelle coperta non vuol dire che possa automaticamente diventare di tua proprietà. Di tua proprietà è quel pezzo di carne marcia che penzola poco sotto il tuo ombelico, e sono io a decidere se voglio usarlo o meno. Puoi chiedermelo, anche nella maniera più rozza che tu conosca, perché se mi sono messa quel vestito è sì perché mi piaccio vestita così, ma anche perché spero che qualcuno mi dica che sono parecchio bona. Io posso dirti di sì, perché ho scelto di divertirmi e di dare un senso a quelle mutande in mezzo al culo che mi stanno dando un gran fastidio, o posso dirti no, e se ti dico no tu te ne vai. Di donne single e in cerca che non vedono l’ora che qualcuno le abbordi ne è pieno il mondo, non faticherai a trovarne una. Perché quando lo vogliamo noi quella benedetta mano sul culo ci mettete dai sette ai nove anni a mettercela, mentre quando non lo vogliamo la vostra voglia di dimostrare che siete fortissimi primeggia. Puoi darmi della troia con i tuoi amici perché così come io sono libera di vestirmi come voglio tu sei libero di esprimere di non essere d’accordo, puoi decidere che una cantante che gira in topless sia una che la smolla anche al vicino di casa, puoi giudicare quello che vedi e prendere per il culo le tipe che su facebook mettono le foto delle tette con la didascalia “uffy devo studiare” perché prima che la situazione peggiorasse così tanto lo facevo anche io. Ero lì che mi crogiolavo nel mio finto brodo di purezza, poi ho iniziato a sventolare la bandiera del “faccio il cazzo che voglio”, può non starvi bene, liberissimi, ma tenete a posto quelle mani. Anche io non sono d’accordo con le donne che girano in minigonna con le gambe pelose, ma questo non mi deve dare il diritto di prenderle a calci se le vedo. Io mi piaccio con quei pantaloncini corti e con quelle gonne che mi arrivano appena sotto la riga delle chiappe perché ho le gambe lunghe 100 cm precisi precisi e perché non sapete quanto mi ci è voluto prima di accettare di essere così. Mi piaccio con le maglie scollate, con le maglie trasparenti, con il rossetto rosso fuoco. Mi piaccio quando mi dicono che ho esagerato perché per anni ho fatto l’esatto contrario. Mi piace ovviamente l’idea di piacere. Se è luglio e fanno 54 gradi all’ombra non posso di certo andare in giro con la tuta da palombaro perché il tuo pene inizia a pulsare. Portati dietro una borsa del ghiaccio e mettitela sul pacco quando ti passo davanti, o chiuditi nel bagno del Mc Donald’s e liberati, non mi permetterò di giudicarti. Siete voi che ci rendete donne rompicoglioni che passano gran parte del loro tempo a difendere la categoria di persone della quale fanno parte., siete voi che ci fate avere paura di ritrovarci in una strada buia da sole. Non è l’abbigliamento succinto della ragazzina il problema, sono le vostre teste di cazzo.

Mi ero da poco trasferita nella mia nuova casa, sapevo già che Milano, come tutte le grandi città, ha questo strano modo di essere che fa sì che nel raggio di cento metri una via di un bel quartiere si trasformi in Detroit. Ero andata a un evento di lavoro ed ero quindi molto in tiro, ero sul tram ed era l’una di notte, non credo di meritare di essere punita perché giro a quell’ora da sola. Mi sono ritrovata a camminare in una via che non è un granché, al buio, da sola. Stringevo forte la borsa a me e camminavo a passo svelto. Poco più avanti due ragazzi provavano ad aprire delle macchine parcheggiate e, quando mi hanno vista, mi hanno puntata. Ho visto le loro occhiate d’intesa e mi sono spaventata. Non era di certo la prima volta che mi ritrovavo in giro da sola a quell’ora, ma così vicina al pericolo non ci ero mai stata. Magari volevano solo fregarmi l’iphone, o non farmi niente, ma io ho avuto paura. Mi sono vergognata di quel pensiero perché mi sono sentita una che si ferma alle apparenze, ma ho sentito i loro sguardi fissi sulle mie cosce, così forti che sentivo la pelle bruciare. Ho girato i tacchi e ho cambiato strada, appena ho girato l’angolo mi sono messa a correre velocissimo. Io sono un metro e settantacinque di donna, sono una ragazzona e forse riuscirei a darti un calcio alle palle e a stenderti, corro e quindi forse riuscirei a scappare, ma una ragazzina no, e questo non ti deve dare il diritto di approfittarne.

Io sono una donna, una di quelle che guardate scopare tra di loro con il cazzo in mano, una di quelle alle quali spingete giù la testa, una di quelle che se non esistessero dovreste scoparvi gli uomini e brrrr che schifo che vi fa. Sono tua madre che ti ha messo al mondo e della quale probabilmente hai il viso tatuato sull’avambraccio, sono tua sorella che se qualcuno le facesse quello che tu fai alle altre usciresti con un coltello a serramanico per evirare quello stronzo, sono la tua fidanzata alla quale compreresti una Ferrari se solo te lo chiedesse. Sono Patricia Arquette che parla di parità di diritti quando ritira un premio Oscar e fa urlare di gioia Meryl Streep: 

Sono Ellen Degeneres che si incazza perché la bic mette sul mercato una “penna per le donne”: 

Sono Tina Fey e Amy Poehler , e Maggie Gyllenhaal, e Jane Fonda, e Gina Rodriguez, perché le donne vengono pagate di meno, perché devi per forza essere come ti dicono di essere, perché non possono far ridere tanto quanto un uomo, perché siamo colpevoli, perché ce le cerchiamo: 

Sono una che a sedici anni usciva di casa con i jeans lunghi e la felpa e si metteva la minigonna dietro l’angolo perché mio padre aveva paura che conciata in quel modo qualcuno potesse approfittarsi di me, sono una che a sedici anni tornava a casa anche più tardi di mezzanotte, sono una che spesso è spaventata dalle nuove generazioni, che hanno dieci anni meno di me e hanno già fatto il 90% delle esperienze che ho fatto io, e sono spaventata per i loro corpi con poche curve fasciati in vestiti da adulte, ma questo non vuol dire che loro non possano uscire di casa conciate come vogliono.

Sono tutte quelle donne che vogliono sentirsi libere di fare, dire, pensare ciò che vogliono. Sono una di quelle donne che vuole sentirsi difesa se qualcuno si permette di molestarla, non attaccata. Sono una di quelle donne che se solo volesse potrebbe pestarvi a sangue, ma non lo fa perché, anche se spesso vi odia, vi rispetta troppo. Provate a fare lo stesso, una volta tanto. Se tutto questo vuol dire essere una femminista allora lo sono, ma a me le etichette non sono mai piaciute, quindi facciamo che sono solo una donna, molto incazzata, ma donna.



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