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Il corpo mummificato trovato nel ghiaccio, oetzi, sarebbe stato sepolto

Creato il 14 settembre 2010 da Madyur

Nella montagna ha trovato la morte Oetzi , l’uomo venuto dal ghiaccio, rinvenuto nel 1991 al Tisenjoch (Giogo di Tisa) , fra la Punta di Finale e il Similaun. Il contesto è il Tirolo , in confine Italia e Austria, e la sua età è circa 5300 anni. In questi giorni è presente online un articolo scientifico ( pubblicata sulla prestigiosa rivista Antiquity) che potrebbe cambiare molte delle nostre idee su ciò che è avvenuto prima e dopo la morte di Oetzi , fornendo una nuova chiave di lettura per reinterpretare quel corpo mummificato , e tutti i suoi oggetti che lo hanno accompagnato nell’ultimo viaggio.

oetzi

Quel 19 settembre 1991 era una giornata di sole , quando due coniugi tedeschi , che facevano ritorno al rifugio di Similaun, presero una scorciatoia verso quota 3210 metri e si imbatterono in quel corpo , appena emerso ai margini del ghiacciaio Hauslabjoch. Scattarono una foto e avvisarono il proprietario del rifugio , che informò polizia austriaca e carabinieri.

Al storia si contorna , da qui in poi, si contorna di altre persone. Messner che faceva escursione da quelle parti e il gendarme austriaco Koler che per primo intervenne con un martello pneumatico sul ghiaccio che intrappolava il corpo di Oetzi.

Koler ebbe di fatto il ruolo di attribuire alle autorità austriache una sorta di priorità sulla scoperta , che si ribalterà solo nel 1998 con la definitiva attribuzione all’Italia della mummia e degli altri reperti , una volta stabilito che il sito era nel nostro confine. Su Oetzi sono intervenuti altre mani che inevitabilmente lo hanno danneggiato.

Ci sono filmati che mostrano picozza e racchetta da sci utilizzate invece delle spatole e strumenti di misura usate dall’archeologo. Il recupero dei reperti che sono intorno alla mummia vengono recuperati , quando affiorano dal ghiacciaio che si scioglie, e vengono portati a valle. Il corpo fu trasportato a valle con un carro funebre all’Istituto di Medicina Legale di Innsbruck. Continua con commissioni ministeriali che prendono in carico una formidabile massa di informazioni scientifiche , antichissime e uniche del loro genere , ma ormai in parte compromesse.

Ora quel corpo e gli altri reparti sono lì , accuratamente conservati al Museo archeologico di Bolzano , a documentare un episodio della preistoria. Abbiamo Oetzi con i suoi piccoli tatuaggi e il suo Dna, che è come un riflettore che si accende sulla biologia e sui comportamenti di un uomo del suo tempo. Si è scoperto , così, che era un uomo , alto circa un metro e settanta , con i capelli scuri e ondulati , portati fino alle spalle e occhi azzurri. Poteva avere 45 anni e da diversi segni possiamo pensare che fosse un personaggio importante della sua comunità , ma soprattutto era quello che in un pronto soccorso verrebbe registrato come un poli-traumatizzato.

Un taglio profondo sul palmo della mano , che sofisticate indagini radiografiche hanno consentito di riconoscere solo dal 2001. D allora sappiamo che una freccia lo raggiunse alla spalla sinistra , gli perforò la pelle , i muscoli e la lamina ossea della scapola, fermandosi a pochi millimetri dal polmone , lacerando vasi sanguigni importanti. Non molti minuti dopo , l’emorragia gli ha provocato la morte.

Di recente quattro ricercatori italiani con un collega americano , hanno pubblicato online i loro risultati. Hanno provato a mettere in ordine io dati c he non sono stati adeguatamente raccolti al momento del recupero di Oetzi. Hanno ottenuto la prima mappa completa del contesto archeologico lassù al Tisenjoch. Analizzando dati con raffinate tecniche di analisi spaziale computerizzata si è arrivati alla conclusione di una sepoltura rituale in quota.

E’ una nuova ipotesi, in disaccordo con quello dedotto fino ad ora, ma supportato con una quantità di elementi anche comparativi. Oetzi non sarebbe morto lì a primavera , ma nella valle sottostante . Tutto il suo equipaggiamento non sarebbe dunque ciò che l’uomo aveva durante una rocambolesca attraversata del valico , ma ciò che i membri della sua comunità pensarono di deporgli accanto. Il copro si sarebbe conservato nel ghiaccio , seguendone le fasi di relativo scioglimento e come flottando in quella piccola depressione a 3210 metri ; cosa che avrebbe comportato sia la conservazione del corpo e del corredo funebre sia la loro dispersione a poca distanza. Sarà vero?


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Da Giorgia Giorgina
Inviato il 30 novembre a 15:50

è una cosa sta bella vuolevo esse stata io a trovarlo