Si tratta di una storia d'altri tempi, che ruota attorno alle figure di due donne, madre e figlia, il cui destino amoroso è legato ad un capo di abbigliamento: un corsetto davvero particolare.
E' un racconto di media lunghezza, che pubblicherò a puntate qui sul mio blog.
Sperando di farvi cosa gradita e di appassionarvi a questa piccola vicenda, vi auguro buona lettura.
IL CORSETTO(parte I)
La grande specchiera della toeletta, i cui ricami si inseguivano lungo tutto il perimetro ovale, riproducendo delicate roselline bianche in un intricato motivo di rovi, rifletteva le spalle nude di Marianne e la curva del suo collo di alabastro, mentre con dita ferme la giovine era intenta ad appuntare il secondo dei suoi orecchini: una delle due perle bianche con venature porpora, un tempo appartenute a sua madre. Abbassò la nivea mano sul grembo e al tatto il raso dell'ampia gonna a balze larghe, le comunicò una sensazione piacevole, di leggerezza e vanità, mentre gli occhi castani tornavano a fissare la giovane donna che di lì a poco avrebbe fatto il suo debutto in società. Marianne fissò l’incavo delle sue clavicole e l’esile collo di cigno, il mento deciso dei Cavendish e la piccola, ma carnosa bocca rossa. Il suo sguardo si fermò sulla linea altrettanto decisa e allo stesso tempo armoniosa del proprio nasino e sollevando le palpebre scrutò le pagliuzze dorate che navigavano nelle sue iridi scure. Era la luce di un nuovo inizio quella che brillava nei suoi occhi? O piuttosto erano gli ultimi lampi, tutto quello che restava della sua gioia di vivere? Ormai non era più una bambina. Era, come sosteneva suo padre, Sir Cavendish, da impegnare per una cospicua unione.
Inspirò profondamente, consapevole della propria bellezza. Quando riabbassò lo sguardo vide nella donna riflessa, alzarsi e abbassarsi dolcemente, quel seno ormai pieno e attraente, rivestito solo della sottile biancheria di mussola bianca. Era il suo seno il vero emblema di quel cambiamento: adesso che non era più piatta attirava gli sguardi degli uomini e non solo, anche quelli delle donne meno giovani, sicuramente più per invidia che per ammirazione. La porta dietro di lei si aprì e Lucy, la più giovane delle sue due cameriere personali, entrò nella stanza, le si avvicinò e facendo una riverenza veloce annunciò:«Miss, è giunto il momento di completare la vostra vestizione.» La giovane domestica rimase composta ad attendere sue istruzioni tenendo le spalle leggermente curve in avanti, vestita della sua semplice uniforme nera e grembiule immacolato.Marianne si alzò dallo sgabello vellutato di rosso e la lunga e ampia gonna di raso bianco si mosse sinuosa lungo le sue gambe snelle. La coda dell’abito che le ricadeva sul retro come uno strascico da sposa, era di soffice raso amaranto e lei l’accompagnò con un gesto della mano affinché non si annodasse ai piedi dello sgabello. Fece un breve giro della stanza, fermandosi di fronte allo specchio lungo, appoggiato alla parete sul lato destro del suo morbido letto a baldacchino.
Continua... (presto la seconda parte)