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Il crinale

Da Foscasensi @foscasensi

Non so come siano andate le vicende delle bestie, delle piante e delle altre creature terrestri ma mi piace pensare  che l’uomo abbia avuto la possibilità del suo particolare mondo oltrenaturale – magico, divino o sottile –  forse anche per la sua altezza e il suo peso, per come sono fatti i suoi occhi e in generale i suoi sensi, così come sono capitati per caso o per necessità. Se fosse stata una bestia strisciante, se il suo olfatto fosse stato appena più acuto, forse avrebbe provato maggiore interesse per i movimenti intraterrestri, per le grandi correnti che esalano dalle sabbie e dalle argille, dal manto profumato e marcescente dei boschi. Se fosse stata una creatura appena più alta forse sarebbe rimasto impigliato anima e pensiero alle fronde degli alberi, perdendo così la possibilità dell’altezza più assurda e ubriacante delle sfere celesti. Se avesse avuto una pelle appena più ingrata i secoli non gli avrebbero tolto calli e mantello, e forse non si sarebbe sentito nudo e vergognoso. Se non si fosse cimentato sull’andatura degli uccelli quando si muovono senza volare forse non avrebbe inciampato tanto facilmente e non avrebbe corso. Con occhi diversi, con branchie, artigli o vibrisse, forse non avrebbe avuto talento per le armi e sensi per le cose sottili. Ma alla fine è andata così e ci siamo trovati forse sapendo come ma senza sapere perché sull’esatto crinale tra il visibile e l’invisibile, allo stesso tempo capaci di inciampare in dio e le buche che ci prepara la strada.


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