Il dipinto del giovane benedicente ritrovato ad
Ossirinco (Foto: Societat Catalana d'Egiptologia)
Il capo della spedizione iberica, Josep Padrò, ha trascorso oltre venti anni a scavare in questa zona ed ha descritto come "eccezionale" il ritrovamento avvenuto in questi giorni. Le sepolture apparterrebbero ad uno scriba e alla sua famiglia di sacerdoti. Anche le autorità egiziane si sono dimostrate sorprese dal ritrovamento ed hanno affermato di voler presto predisporre un piano per lo sviluppo del sito archeologico.
Il Professor Padrò ha descritto la struttura in pietra ritrovata nel sottosuolo come eccezionalmente ben conservata anche se ne è sconosciuta la destinazione. Sono state rimosse ben 45 tonnellate di roccia per ritrovare questi tesori nascosti, un'impresa che ha richiesto la presenza di un architetto e di un ingegnere. Sulle pareti della stanza sepolta gli archeologi hanno ritrovato ben cinque o sei strati di pittura, l'ultimo dei quali risaliva al periodo copto, quando si cominciavano a formare le prime comunità cristiane d'Egitto. Tra i motivi vegetali e le iscrizioni è emersa la figura di un giovane dai capelli ricci, vestito con una corta tunica, la mano sollevata in un gesto che sembra essere una benedizione. Il Professor Padrò ritiene si tratti di una delle prime raffigurazioni del Cristo.
Attualmente la figura dipinta è stata accuratamente protetta, mentre gli archeologi cominciano a tradurre le iscrizioni che la circondano e a scavare un'altra struttura non ben identificata, connessa alle tombe appena ritrovate attraverso una serie di passaggi piuttosto mal conservati.