5 Cani tipo Spitz e tipo primitivo
Sezione1 Cani nordici da slitta
Standard n.270 del 02/02/1995 ( enfr)
Nome originaleSiberian Husky TipoCane da slitta
OrigineRussia Altezza al garreseMaschio 53,5-60cm
Femmina 50,5-56 cm
Maschio 20,5-28 kɡ
Femmina 15,5-23 kg
Il Siberian Husky è un cane di taglia media di lontana origine siberiana. È una razza da lavoro, anche se è diventato fra i più apprezzati cani da compagnia.
" Dedicato all'indomabile spirito dei cani da slitta che trasportarono l' antitossina per 600 miglia da Nenana per la salvezza di Nome nell'inverno del 1925. Perseveranza. Fedeltà. Intelligenza. "
( Scritta che si trova sotto la statua dedicata a Balto e raffigurante Togo)
Il Siberian Husky è stato selezionato nella sua forma moderna negli Stati Uniti d'America a partire da cani originari della Siberia, dove era stato allevato per secoli dal popolo dei ciukci per il traino delle slitte. All'inizio del Novecento degli esemplari vennero importati in Alaska da un mercante di pellicce, William Goosak. Nella All Alaska Sweepstakes del 1909 il traino da lui organizzato arrivò terzo, destando impressione anche per la differenza di taglia con i cani solitamente utilizzati, tanto da guadagnare l'appellativo di siberian rats (ratti siberiani).
Negli anni successivi cani di provenienza siberiana ebbero più volte successo nelle remunerative corse con i cani da slitta, grazie ad appassionati come Fox Maule Ramsay. Nel 1913 Amundsen voleva organizzare una spedizione al Polo Nord. Degli esemplari accuratamente selezionati vennero affidati per l'addestramento a Leonhard Seppala, ma nel 1914 la prima guerra mondiale causò l'abbandono del progetto. Gli equipaggi di Seppala vinsero comunque le ultime tre edizioni della Sweepstakes (1915, 1916 e 1917), prima che l'ingresso degli Stati Uniti nel conflitto mondiale ne decretasse la fine.
Un episodio che contribuì alla definitiva consacrazione di questa razza risale al gennaio 1925, quando a Nome, in Alaska, scoppiò un' epidemia di difterite: a causa delle pessime condizioni climatiche era impossibile raggiungere la città. Fu quindi organizzata una staffetta di slitte, trainate da molti Siberian Husky, che riuscirono a far giungere in tempo il siero anti-difterico.
Questa staffetta, in cui si distinsero Seppala e due capimuta diventati leggendari, Balto e Togo, prese il nome di corsa del siero. L'impresa viene rievocata con l' Iditarod che ripercorre le stesse tappe dell'epoca. Nel 1930 il Siberian Husky venne riconosciuto come razza dall' American Kennel Club. Nell'aprile del 1932 viene pubblicato sull' American Kennel Gazette il primo standard della razza Siberian Husky. Tutti gli husky registrati ad oggi vantano origini riconducibili al kennel di Seppala e Ricker o a quello di Wheeler, un altro plurivincitore.
Gli appassionati europei di sleddog, ovvero delle gare tra slitte trainate dai cani, hanno incrociato il Siberian Husky e le altre razze nordiche tradizionali con razze meno resistenti al freddo, ma più veloci nella breve distanza, in particolar modo levrieri e pointer; essendo le corse europee più corte di quelle tradizionali (in Europa non ci sono distese di ghiaccio adatte alla lunga distanza), questa selezione ha dato luce a incroci creati appositamente per la corsa su distanze brevi.
Questa pratica, tuttavia, ha dal principio sollevato diverse polemiche e dubbi riguardo alla deontologia dello snaturare una razza canina tra le più antiche al solo scopo di migliorarne le prestazioni sportive; nonostante diverse richieste siano pervenute alla Federazione cinofila internazionale, ad oggi il così nominato Alaskan husky rimane una varietà non riconosciuta come razza.
Aspetto fisico e caratteristiche
Pur essendo un cane da tiro, quindi robusto e muscoloso, possiede una struttura elegante, leggera e ben proporzionata. Ha un cranio leggermente arrotondato che, insieme al muso che si restringe verso il tartufo, contribuisce a far risaltare il suo aspetto lupino. Gli occhi a mandorla, leggermente obliqui, possono essere marroni, ambra, azzurri o eterocromi (un occhio di un colore e uno di un altro o due colori nello stesso occhio) e l'idea secondo cui tutti gli husky dovrebbero avere occhi azzurri è infatti dettata solo da una moda. Le orecchie, portate erette e vicine tra loro, sono piccole per disperdere meno calore e ben fornite di pelo, per sopportare meglio le temperature polari a cui, spesso, sono esposti.
Gli arti sono muscolosi e bene in appiombo. La coda, detta coda di volpe, è portata a scimitarra: non deve assolutamente essere arrotolata sul dorso o sul fianco. Il pelo è doppio e di lunghezza media, mai così lungo da nascondere il profilo del cane. Nonostante il folto pelo, gli husky non soffrono il caldo né più né meno delle altre razze a pelo corto, perché il loro manto non solo li protegge dal freddo, ma funge da isolante contro il caldo.
Per quanto concerne il pelo, in verità, il Siberian Husky ne è dotato di un doppio strato, di cui uno folto alla base, come una vera e propria pelliccia, e l'altro un po' più lungo e meno serrato: questa caratteristica gli consente di avere una "straordinaria" protezione termica che gli evita il formarsi del ghiaccio sul pelo, che altrimenti porterebbe l'animale a una morte certa, vista la rigidità climatica degli ambienti nordici in cui spesso è chiamato a operare. Per il suo impiego nei territori artici il pelo del Siberian non potrà quindi mai essere lungo, poiché permetterebbe al gelo di solidificarsi addosso all'animale e lo farebbe morire di ipotermia.
Per quanto concerne lo standard della razza, il muso del siberian Husky deve avere un rapporto uno a uno, cioè la distanza tra l'occipite e lo stop deve essere uguale a quella tra lo stop e la punta del tartufo. Non deve mai essere rozzo, troppo pesante, troppo fine o troppo a punta. Inoltre, contrariamente a quanto affermato da pochi giudici di gara, che ne contestano la presenza, il Siberian Husky può presentare delle striature rosa sul tartufo nero, senza precluderne assolutamente il suo standard di razza, cosiddetto tartufo da neve. Per il suo carattere docile e socievole, esso non potrà mai essere impiegato come cane da guardia, ma è un cane molto intelligente. Per la sua natura, che lo vede impiegato per il traino delle slitte, in percorsi di media e lunga distanza, in territori climaticamente ostili, l'animale ha il bisogno continuo di "esplorare" il territorio che lo circonda, che gli consente di fare rientro al suo accampamento.
Per la sua conformazione caratteriale, il Siberian Husky tende a trovarsi una sua allocazione all'interno della famiglia che lo sta adottando, poiché la ritiene come fosse un branco. Per tale motivo, l'animale si sottometterà solo a colui che riterrà essere il suo capo branco, mentre con gli altri componenti sarà meno "rispettoso". Per questi motivi bisogna educarlo in maniera ferma, ma estremamente gratificante, perché è molto intelligente e sensibile: questa sua caratteristica ha facilitato nelle persone l'idea che si tratti di un animale testardo e indipendente. La sua intelligenza, la sua mansuetudine e il suo desiderio di affetto, fanno di lui un compagno gradevole e un lavoratore pieno di buona volontà.Allegro e giocherellone, dignitoso e orgoglioso, è a volte gioviale, ma soprattutto molto socievole con tutti, cani e persone; può essere un ottimo compagno di giochi per i bambini. Benché sia un po' testardo, come tutti i cani nordici, può essere educato, purché in tenera età. Nonostante il carattere amichevole, è molto indipendente, non semplice da allevare e ha un forte istinto predatorio nei confronti di piccoli animali domestici e non.
Nell'immaginario comune il pelo dell'husky è di colore bianco, nero o marroncino, ma i conoscitori di questa razza sanno che l'husky è una delle razze con maggiore quantità di colori diversi, classificabili in quattro gruppi: gli husky neri, grigi, rossi e gli "speciali". Gli husky neri possono andare dai comuni "nero e bianco" ai rarissimi "black and tan", husky particolari con una sfumatura beige, passando per i poco conosciuti "principalmente nero" che, come dice il nome, sono quasi completamente neri. Gli husky grigi sono quelli che hanno la maggior varietà di sfumature: anche perché ogni colore è abbinato al bianco. C'è il normalissimo "grigio" e la sua sfumatura più chiara "argento"; esiste il "grigio lupo" e bisogna ricordare il particolarissimo "agouti". Tra gli husky rossi troviamo i "rosso chiaro" e gli husky color rame, detti comunemente "copper".
Il pelo degli "speciali" ha come principale caratteristica il modo in cui è distribuito il colore, eccetto uno: il "sable", che comprende gli husky color sabbia, è un colore vero e proprio. Gli altri sono: "piebald" Husky bianchi con poche macchie sul capo e sul corpo; "splash coat" macchie diffuse, un po' come se della vernice fosse caduta e avesse tinto il cane; e "saddle backs", ovvero gli husky con la "sella": una macchia più scura sul dorso, somigliante, appunto, a una sella.
Lo standard della razza riconosce comunque tutte le colorazioni dell'animale, senza precluderne una tonalità piuttosto che un'altra.
Leggende metropolitane
Vista la particolare origine primitiva dell'animale, vi sono alcune convinzioni che non fanno fede alla sua reale natura. La convinzione che l'esemplare puro debba avere gli occhi di colore azzurro non è corretta: non è correlato infatti allo standard di razza una particolare colorazione oculare, che può essere azzurra, marrone o con occhi di colore diverso. Sulla presunta fuga di esemplari di questa razza si può dire che l'husky è un cane che ama coprire il territorio come i suoi antenati, ossia in branco.
Esso si allontana dal padrone, ma non fugge. È un cane che risponde al richiamo, ma ha bisogno di un padrone capobranco indiscusso e sempre coerente. Convinzione errata è inoltre che il cane possa soffrire climi temperati essendo abituato al freddo intenso: il Siberian Husky non soffre il caldo più di qualsiasi cane di razze rustiche, tipo il maremmano abruzzese o il cane da pastore tedesco; infatti il pelo è un ottimo isolante termico sia dal freddo sia dal caldo, nondimeno come tutti i cani dotati di folta pelliccia deve avere accesso a zone d'ombra per evitare un surriscaldamento dovuto all'esposizione dei raggi solari.