"...Mentre la donna che mesceva il latte attendeva al suo lavoro, gli ultimi raggi di sole prima del tramonto, fattisi ormai tiepidi, penetravano nella stanza. E, irrompendo, quasi di forza, dalla finestra, trapassavano da sinistra la scena che vi si svolgeva.
Nel cucinino della lattaia, ancora prima che fuori, anche quell’altra lunga giornata estiva morente stava cedendo il suo posto al crepuscolo – pigramente, quasi con riluttanza.
Gli ultimi bagliori dorati del sole, che all’esterno disponeva perché il riverbero d’ogni suo singolo raggio andasse ad incendiare un tetto del paese, circonfusi nell’angusto locale, contribuivano a creare un’incantevole atmosfera rarefatta - uno sbalorditivo drammatico effetto di luci e ombre. Un’aura irreale, quasi metafisica, avvolgeva l’ambiente e tutto ciò che, animato o inanimato, vi si trovava al momento."
(dal racconto La donna che mesceva il latte, tratto dalla raccolta di Salvatore M.Ruggiero: LE STAGIONI DELLA LATTAIA)