Lo studio terminato in questi giorni ha dimostrato che ad essere ingaggiati in attività criminose nello spazio virtuale sono sopratutto soggetti di sesso maschile di età 18-31 anni, quasi tutti poi, hanno l’accesso alla rete dal loro telefono cellulare, come le vittime più probabili.
Giovanni D’Agata in una sua nota fa notare come siano inquietanti, questi dati anche perchè essi sono indicati e rilevati da uno dei più importanti produttori di antivirus e software per la sicurezza dei pc mondiale, che dovrebbero far meditare i governi del pianeta sull’infinita prateria criminale che la rete può consentire se non viene garantita con strumenti più efficaci la sicurezza della navigazione e dell’utilizzo degli strumenti informatici.
Secondo Giovanni D’Agata, la sfida che oggi i governi e le polizie del mondo dovrebbero avviare è una battaglia che dovrebbe essere fatta su scala globale, con strumenti tecnici e giuridici di caratura internazionale, perché la rete ha in sé la preziosa caratteristica di non avere confini geografici o barriere di alcun tipo che al contempo rendono ancor più vulnerabili gli utenti per le infinite possibilità che essa stessa consente, sempre più anche di natura delittuosa.
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