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Il debito per pagare i debiti

Creato il 28 ottobre 2011 da Weesh_growing_ideas @Weesh_web

Mi faccio un mutuo per comprarmi casa, si diceva una volta. Mi faccio un prestito per pagare i debiti, si dice oggi. Da qualche anno in qua i mutui si fanno sempre piu’ spesso per esigenze di liquidita’. Un bene prezioso che scarseggia sul mercato e che le banche si fanno profumatamente ricompensare a fronte dei mutui e prestiti emessi.

Le banche europee non si fidano più l’una dell’altra e tanto meno di quelle italiane (fortunatamente non al livello delle greche, ma neppure cosi’ distanti). E così non si prestano più soldi reciprocamente, creando di fatto una paralisi senza precedenti del mercato della liquidità. L’improvviso ed infausto drenaggio si riverbera – pesantemente – sull’utilizzatore, specie se piccolo, finale. Fagocitato dagli interessi sempre crescenti ed oppresso da rate che diventano inumane, quest’ultimo si vede costretto al paradossale ricorso del debito per pagare i debiti.

Secondo i calcoli di PrestitiOnline, nei primi otto mesi del 2011  il 13,1% delle richieste di prestiti personali è servito a ripianare debiti esistenti piuttosto che a finanziare nuovi acquisti o investimenti. Una domanda che l’offerta soddisfa appena parzialmente. E’ stato concesso, infatti, solo il 5,6% del totale dei finanziamenti richiesti. Aumenta la loro rischiosità e le banche stringono i cordoni della borsa. Un cane che si morde la coda in buona sostanza, perche’ in tal guisa altro non si ottiene se non generare un circolo vizioso che aggrava il rischio di insolvenza.

Sui mutui a tasso variabile quasi tutte le banche ritoccano lo spread, cioè la differenza in piu’ rispetto al tasso Euribor (quello a 3 mesi si attesta ora all’1,59%), che è poi quello che loro stesse pagano per farsi prestare denaro dagli altri istituti europei. In pratica lo spread è il margine di guadagno delle banche. L’aumento va da 1 a 2 punti percentuali. In pratica, sei mesi fa la banca si accontentava di un ricarico del 2%; ora chiede in media il 3,6%. Su un mutuo di 100.000 euro questo si traduce in un rincaro tra i 600 e i 1.200 € all’anno, a seconda della durata.
Per la stessa logica i prestiti al consumo viaggiano su tassi tra il 9 ed il 10%, soglie francamente esorbitanti allo stato attuale.

Insomma, chi ha un mutuo a tasso variabile o un prestito personale si dibatte in un mare di difficolta’.

Ma la Commissione europea, frattanto, vuole vederci chiaro sulle modalita’ che hanno spinto alla crescita abnorme dell’Euribor.

Gli ispettori dell’Antitrust sono in missione in alcune delle 44 banche di 15 Stati membri, che compongono il panel di riferimento per la fissazione dell’Euribor (di cui fanno parte anche alcuni Istituti italiani).

Cosa sperare? Che ci siano state strane manovre o che la situazione sia davvero drammatica?

Francesco Rella @Fallo Sapere


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