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Il decalogo del buon litigio

Creato il 17 ottobre 2011 da Lollo

IL DECALOGO DEL BUON LITIGIO

"La devi finire di spremere il dentifricio dal mezzo, PIRLA"


“L’amore non è bello se non è litigarello”.Questo è uno di quegli insegnamenti che noi adolescenti rincoglioniti dagli ormoni scrivevamo sulla Smemoranda mentre la professoressa di disegno cercava di spiegare come la malattia mentale di Van Gogh abbia influenzato la sua arte. Ovviamente non ci riusciva e si dava alle sedute spiritiche.Litigare è umano ma implica regole, discussioni in cui ci si dimentica dell’italiano, lancio di piatti e congiuntivi. “La devi smettere, se io saresti stato tu, non avessi mai agito così” si urla mentre la giugulare chiede pietà e i vicini vorrebbero vedere “C’è posta per te” senza essere disturbati.Pianti, lacrime e strascico di morti e feriti.Perché si litiga? E soprattutto, chi ci da la forza di litigare?Quando si è bambini si discute con la mamma perché si preferisce l’ovetto di cioccolato alla minestra che ci prepara con tanto amore, quando si è adolescenti perché si vuole uscire fino a notte fonda e abbiamo il coprifuoco alle undici e tre quarti. La parola “mezzanotte” fa paura e intimorisce i genitori apprensivi. E quando si diventa “adulti”? Si diventa ancora più cerebrolesi. Questa è la verità.Le litigate virtuali poi sono le più divertenti ma anche quelle che ti innervosiscono più della panettiera catalana che non capisce quando le dici “Vorrei una baguette”. Eh sì che ho vissuto in Francia e so scandire bene la parola B-A-G-H-E-T-T. Prendete due persone, uomo o donna che siano, metteteli insieme e date loro un’occasione per litigare. Il motivo del litigio può essere: uno sbuffo di noia, una parola non detta, una gelosia inutile.Date poi loro un computer e il risultato sarà una serie di comportamenti standard.
“Ieri alla fine sono stato in discoteca”“Ah, non me l’avevi mica detto che andavi” inizia a mangiarsi le unghie disperatamente.“E’ stato divertente?”“Sì, molto, una bella serata”“Bene, mi fa piacere” dice digrignando i denti come per fare l’impronta dal dentista.“Che c’è?”“Niente”
NIENTE. Questa è una parola magica, salva (?) la faccia da un concetto che si riassume con:“Tu vai in discoteca, non me lo dici, non mi scrivi il messaggio della buonanotte, non mi sogni, non mi dici che ti manco e non vorresti che ti ballassi Danza Kuduro. Il tutto mentre io rovisto nel frigo cercando qualcosa di commestibile da ingurgitare nervosamente. A CASA IO”.
“Ti da mica fastidio che sia stato in discoteca?” “Ma figurati”
MA FIGURATI. Altra locuzione di circostanza con cui si vorrebbe far credere di non essere assolutamente toccati dall’informazione ricevuta. Nella realtà si fanno partire lavatrici delicati a 80 gradi in acqua fredda. “Ora vado che devo fare un sacco di cose”“Ok ciao” “Ciao”.
CIAO. Qui volano parolacce mai sentite, infradito contro il muro e cellulari Nokia indistruttibili.In quei momenti si pensa a qualsiasi cosa.Dal tradimento alla droga, dal furto d’auto al possesso di sostanze stupefacenti.Ottimo rimedio per sciogliere i nervi: la piscina, il decoupage, la cucina (non per me), la scrittura, il gossip e la lettura. Non lo shopping. Lo sconsiglio calorosamente perché l’estratto conto innervosisce più di una litigata su Skype.Litigare o discutere può essere un preludio per innamorarsi e per dimostrare quanto due persone hanno voglia di appartenersi. Il virtuale aiuta la comunicazioneMa non c’è niente che non si possa risolvere quando ci si può guardare negli occhi.

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