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Il decalogo dell’antievoluzionista scientifico

Creato il 25 gennaio 2013 da Alby87

Di Vincenzino Piumino, laureato in Scienza e come tale illustre scienziato laureato.

L’antiscienza non si improvvisa. Non è che puoi semplicemente andar lì e dire “ha fatto tutto

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Dio”, cioè, la gente è fessa ma ha dei limiti alla stupidità. Almeno, una grossa parte di loro li ha. E voi, sì, proprio voi, con quel bel sorriso e qualche annetto di studio di materie scientifiche alle spalle con cui non sapete che fare … Voi è quel gruppo lì che volete conquistare! Il gruppo dei fessi non del tutto fanatici, ma mezzi-fessi, che hanno bisogno di poter dire che la scienza non dimostra l’evoluzione prima di rigettarla del tutto … quello è il target della vostra comunicazione!

Come facciamo a conquistarli? Ve lo spieghiamo subito.

Riul namber 1: Disimparate ciò che avete imparato

È la parte più difficile, almeno se avete studiato qualcosa che non sia lettere moderne nella vostra vita. Ma dovete farlo, è il passo fondamentale: DIMENTICATE IL METODO SCIENTIFICO.

Avete presente Galileo, metodo sperimentale, falsificazionismo, sistema basato su osservazione, formulazione di ipotesi, verifica delle ipotesi, modifica delle ipotesi per accordarle ai dati, formulazione di teorie flessibili … Minchiate. Si parte dalla conclusione: il darwinismo è morto. Prendetelo come assunto. Ora dobbiamo solo dimostrarlo, o quanto meno convincere che l’avete dimostrato. Il secondo passo è significativo a questo scopo.

Riul namber 2 “Il darwinismo è morto!”

Questa è veramente facile: ogni tanto … anzi, ogni poco, dovete enunciare solennemente qualcosa tipo “Il darwinismo è morto!”; “Darwin è confutato” o simili; versioni più raffinate potrebbero essere, ad es.: “Alla luce di questi nuovi dati, il darwinismo si trova in serie difficoltà”. Ma meglio ancora, “alla luce di questi nuovi dati, il darwinismo è morto”. “Morto” e “confutato” sono le espressioni migliori da usare, perché non lasciano spazio a dubbio e dialettica scientifica.

Sono da evitarsi invece espressioni più mollicce: “opinione” non si usa; “modello proposto” neanche; non limitatevi mai a qualcosa tipo “il darwinismo è messo in difficoltà”. Anche se è comunque una grossa sovrastima di qualsiasi problema incontrato dagli evoluzionisti, resta inadeguata per il pubblico che state cercando di conquistare, che è fatto sostanzialmente di fedeli che guardano alla scienza esattamente come alla Chiesa: aspettando dogmi. Se parlate solo di “difficoltà” date l’idea che se le difficoltà ci sono, comunque c’è la possibilità che siano risolvibili, o addirittura già risolte. Se proprio proprio, parlate di “difficoltà insormontabili”, ma io consiglio una sintassi più accessibile. Non perdete di vista che il vostro obbiettivo non è comunicare scienza, ovvero un modo di procedere da osservazioni a conclusioni, ma solo le conclusioni.

Riul namber 3 Rivolgersi alla gente

I malvagi evoluzionisti vi ostacoleranno con ogni mezzo, usando quel subdolo strumento autoritario chiamato peer review (si legge “pir reviù”). Ma voi potete tranquillamente fregarvene, basta che voi bypassiate completamente la comunità scientifica rivolgendovi direttamente al popolo. Strumenti utili per riuscirci? Amicizie nel CNR, giornalisti corrotti o in cerca di scoop (“il darwinismo è morto! Cazzo, qui ci vinco il Pulitzer!”) … il web, soprattutto! Un blog è un ottimo modo per evitare il confronto con la malefica peer review e far valere le vostre ragioni presso laggente.

Riul namber 4: C’è un complotto

Un evergreen. Quando le sparerete particolarmente grosse (e dovrete farlo di frequente per attirare l’attenzione), anche il lettore più ingenuo si domanderà: ma come mai tutti gli scienziati che hanno combinato qualcosa nella vita non la pensano come voi, che siete così fighi?

Non preoccupatevi, basterà dire, come tutti quelli che contavano minchiate hanno fatto nella storia, che c’è un complotto contro di voi.

Ci sono due modi per sembrare fighi agli occhi del popolo: uno è molto complicato, e consiste nel fare o dire cose effettivamente scientificamente fondate. Non è il nostro. L’altro è apparire come un fighissimo outsider, un ribbelle, uno di quelli scienziati che si vedono nei film che nessuno gli crede ma il meteorite stava arrivando davvero e salvano il mondo.

Ragion per cui, anche questa è abbastanza facile, basterà dire che c’è un complotto del perfido establishment scientifico-lobby evoluzionistica per nascondere la verità. Abboccheranno a migliaia; dopotutto loro non hanno studiato, sono anni che aspettano la rivalsa verso questi professoroni boriosi del cazzo che solo perché hanno fatto l’università dieci anni pensano di saperne di più di loro. La vostra scienza facile e alla portata di tutti, che non necessità studi e confronto con la comunità degli esperti, sarà per loro come il letame per le mosche.

Riul namber 5: “La comunità scientifica è spaccata”

Abbiamo appena detto che la comunità scientifica la potete bypassare completamente, tanto è completamente in mano alla lobby evoluzionistica che controlla tutto.

Adesso serve un piccolo esercizio di bispensiero, perché verrà fuori che invece non controlla tutto, e anzi, ci sono scienziati che pubblicano direttamente, su prestigiose riviste, perfette, compiute e indiscutibili falsificazioni del darwinismo! Il darwinismo, insomma, è stato confutato anche sulle riviste controllate dagli evoluzionisti! Sì, quelle su cui a voi non vi fanno mai pubblicare perché le critiche all’evoluzionismo non sono accettate!

Non abbiate paura, il vostro pubblico non noterà la contraddizione; per loro sarà perfettamente plausibile che da un lato la lobby evoluzionistica controlli col pugno di ferro tutta la stampa scientifica impedendo qualsiasi critica all’evoluzionismo, e dall’altro che critiche distruttive all’evoluzionismo passino tranquillamente sulla stampa, e che la comunità scientifica nonostante la propria immensa malafede le lasci pubblicare mettendo così in piena luce tutta la propria debolezza.

Riul namber 6: Citazioni alla cazzo

Strettamente conseguente alla regola precedente. Dunque, ricordiamo ancora una volta chi è il nostro pubblico: gente che tendenzialmente non ha studiato materie scientifiche, o comunque non ha fatto grandi carriere nella ricerca, al massimo avrete un insegnante di scienze delle superiori come membro “colto” del vostro pubblico; gente che ha sempre guardato con muta adorazione alle meraviglie della scienza, che alla sua mente semplice apparivano come niente di meno che magie o miracoli sciamanici; gente che vede nella scienza un suprema dispensatrice di verità che si confronta sullo stesso piano con le Sacre Scritture o col Catechismo; gente che DETESTA tuttavia questo potere misterioso ed avverso e altro non brama che vederlo domato e reso innocuo davanti a sé.

Non dovete ancorarvi a discorsi razionali, ma semplicemente assecondare tutte le pulsioni emotive. Prima abbiamo assecondato invidia e disprezzo con la storia del complotto, adesso dobbiamo assecondare l’ammirazione, e lo faremo citando 1) opinioni “illustri” di antievoluzionisti. Non importa d che campo di studi siano, basta che abbiano un’aria “scientifica”. Per esempio Zichichi va bene, anche se ne sa di biologia quanto io di tinture per capelli. 2) Articoli scientifici veri. 3) Opinioni di illustri evoluzionisti, come Dawkins o il sempre verde Gould, ma farlo sfruttando estrapolazioni dal contesto e ambiguità tali da far sembrare che indeboliscano il darwinismo. Anche se non facciamo scienza, possiamo comunque sfruttarne il carisma.

Non crediate che sia difficile. Di antievoluzionisti con una laurea in toelettatura del cane se ne trovano, specialmente non restringete il campo di ricerca ai biologi, e le lauree fioccheranno. Quanto ad articoli scientifici e opinioni di evoluzionisti, sappiamo bene (ma non ditelo troppo in giro) che le teorie scientifiche sono flessibili, si modificano continuamente e in realtà raramente danno conto della totalità perfetta delle osservazioni. Il dibattito scientifico sull’evoluzionismo è poco meno frizzante che quello sulla relatività o sulla meccanica quantistica, quindi sicuramente potremo estrapolare qualche frase o qualche dato o qualche opinione, anche da ciò che scrivono e dicono gli evoluzionisti, che possiamo interpretare come una “confutazione del darwinismo”.

Vero è che, purtroppo, ormai gli evoluzionisti stanno molto attenti a specificare il perché e il percome le loro obiezioni, i loro dati, e le problematiche più o meno significative che sollevano, possano benissimo rientrare nel quadro essenziale di un’evoluzione di tipo darwiniano. Dopotutto i nostri avversari si sono evoluti per prove ed errori nella lotta contro di noi. Niente panico: basterà omettere o minimizzare tutti quei passaggi, quei calcoli e quei discorsi, concentrandoci solo sulla pars destruens, che dai tempi di Pirrone è sempre quella più facile da portare avanti.

Riul namber 7: L’aggettivo “scientifico”

Come abbiamo detto, dopo aver stimolato la componente emotiva “invidia/disprezzo/paura” della scienza, adesso continuiamo a stimolare la componente “ammirazione”. Questo trucchetto è facilissimo ma davvero di grande effetto: si tratta di aggiungere spesso, spessissimo e in bella evidenza l’aggettivo “scientifico” a tutte le nostre opinioni in libertà. I più furbi potrebbero notare che questa fissazione per la precisazione che siete “scientifici” sa un po’ di scusa non richiesta. In effetti lo è, ma il pubblico che interessa a noi resterà molto impressionato se chiamiamo il nostro sito “critica scientifica”, “creazionismo scientifico”, “Bibbia scientifica”, “minchiate scientifiche”. Visto? Anche le minchiate assumono tutto un altro tono se si aggiunge “scientifiche”!

Sullo stesso tono dell’aggettivo “scientifico”, potete inserire di tanto in tanto dei bei paroloni specialistici che capirete solo voi e quelli a cui li spiegherete … A modo vostro, chiaramente! Il vostro pubblico probabilmente non ha idea di cosa siano “gradualismo” o “equilibri punteggiati”. Spiegateglielo: il gradualismo è quella teoria per cui gli orsi diventeranno lentamente delle balene tramite piccole pinne che gli spunteranno sui fianchi facendosi ogni giorno più grandicelle, mentre gli equilibri punteggiati sono quell’assurda idea secondo cui un giorno da un uovo di T-rex è nata una gallina.

Riul namber 8: Argumentum ad ignorantiam

Un altro trucco vecchio come il cucco, ma che fa sempre il suo effettone: scambiate le cose che non si sanno per assoluti insondabili misteri; scambiate l’assenza della prova per la prova dell’assenza, e cose così.

Esempio pratico: gli evoluzionisti non hanno ancora una prova definitiva su quale sia il modo in cui si evoluto il comportamento migratorio degli uccelli.

Ovviamente gli evoluzionisti hanno mille ipotesi tutte plausibili sull’argomento, e nessuna di esse può essere del tutto esclusa. Altre possibilità ancora possono essere immaginate, quindi il darwinismo come impianto non è neanche sfiorato dalla questione, semplicemente rientra nel quadro delle ricerche (se sapessimo tutto che ricercherebbero a fare?).

È facile, dovete solo trasformare la frase “gli scienziati non hanno ancora stabilito in modo definitivo l’origine evolutiva del comportamento migratorio” in “il comportamento migratorio contraddice la teoria dell’evoluzione”. Dai, son simili, non lo noterà nessuno.

Più o meno come se si dicesse che siccome la meccanica quantistica non è ancora collegata in una teoria solida e dimostrata alla relatività generale, allora sono tutte e due da buttare nel cesso e dobbiamo tornare alla fisica aristotelica. Sì, detta così suona strana, ma voi non dovete mica dirla così. Dissimulate, no? Siam qui per questo.

Riul namber 9: Niente teorie alternative

In ambito scientifico di solito, quando si fa notare un problema più o meno insoluto, si ipotizzano anche le soluzioni. Se farete una cosa del genere otterrete degli sgradevoli effetti:

1)   Sembrerete anche voi un professorone borioso, invece che un uomo del popolo ed un outsider.

2)   Non darete più l’impressione che ciò che dite voi sia assoluto e al di là della dialettica scientifica.

3)   Potrete essere confutati e irrimediabilmente messi in condizione di inferiorità.

Dunque questa è una regola fondamentale: se vi venite meno rischiate di buttare tutto ciò che avete fatto finora: NON VI ESPONETE MAI CON UNA TEORIA SCIENTIFICA ALTERNATIVA vostra, e neanche pseudo-scientifica. Non solo è controproducente, ma non è neanche coerente col vostro obbiettivo, che è di usare l’argumentum ad ignorantiam per sostenere che “l’ha fatto Dio”.

Potete concedervi al massimo, ammesso che vogliate arrischiarvi a DIRE qualcosa di vostro invece che semplicemente a criticare quello che dicono altri, un’alternativa filosofica vaga e non verificabile. Nominate qualcosa tipo “trascendenza” o cazzate così, i filosofetti neotomisti che vi leggono avranno orgasmi multipli.

Riul namber 10: niente DIO!

Abbiamo aperto con la regola più importante, chiudiamo con la seconda regola più importante.

Non parlate MAI di Dio. I vostri lettori hanno fatto una fatica intellettuale che manco Sant’Anselmo per convincersi che il fatto che non credono all’evoluzionismo è dovuto ai fatti e non alle fantasie fideistiche. Se tirate in ballo esplicitamente Dio rischiate di rovinare tutto. Se volete farlo, dovrà essere una cosa sottile, un detto-non detto. Magari fatelo nei commenti al blog, non nell’articolo, così si nota di meno. Dev’essere una cosa tipo “noi lo sappiamo ma non lo diciamo, lasciamo che gli altri ci arrivino da soli”.

Perfetto. Signori, vi garantisco che se seguite questo decalogo avrete centinaia … che dico, migliaia di fan praticamente nelle vostre mani! E non serve poi granché per riuscirci, la parte più difficile è quando si deve citare male la letteratura scientifica, perché richiede effettivamente di leggerla. Ma tutto il resto è veramente semplice, servono solo simpatia, carisma e una buona dose di faccia tosta. Io ce l’ho, e voi?



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