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Il decalogo per la mobilità sostenibile

Creato il 04 luglio 2012 da Pdigirolamo

Il decalogo per la mobilità sostenibilePresentandola nel post di ieri, avevo scritto come la prima Assemblea programmatica sulla mobilità di Roma rappresentasse un momento molto importante in vita degli Stati Generali della Green Economy previsti il prossimo novembre.

E infatti, l’incontro è stato l’occasione per redigere una sorta di ‘decalogo’ della mobilità sostenibile, che affronta i temi del trasporto pubblico, mobilità dolce, veicoli a basse emissioni, biocarburanti di seconda generazione, nuove tecnologie di gestione della mobilità, telelavoro, e trasporto marittimo a basse emissioni.

Ricordo come, dopo il Lussemburgo, l’Italia sia il primo paese europeo per numero di veicoli per abitanti. A rendere la situazione ancora più difficile sono anche le basse percentuali del trasporto merci su ferrovia, quelle altrettanto misere del trasporto pubblico, e una mobilità ciclo-pedonale sotto la media europea.

Ma veniamo al decalogo. Al primo posto, e c’era da aspettarselo, la diffusione di nuovi veicoli stradali a basse emissioni. In seconda posizione c’è invece lo sviluppo di biocarburanti di seconda generazione, che non entrando in competizione con l’industria alimentare possono garantire la sostenibilità del prodotto senza minare la sicurezza nell’approvvigionamento di cibo.

Piazzamento d’onore, come si dice in gergo sportivo, al trasporto marittimo a bassi consumi energetici:, che presenta un potenziale tecnologico e gestionale di tutto rispetto.

Poi, via via che si scorre l’ipotetica ‘classifica’ delle priorità, troviamo i sistemi di trasorto intelligenti (i cosiddetti ITS), che possono ridurre del 40% le code, del 25% i tempi di percorrenza, del 10% il consumo di carburante e del 22% le emissioni di inquinanti.

E poi ancora l’incremento del trasporto pubblico e del trasporto privato condiviso come il car sharing e il bike sharing, quello del trasporto metropolitano e regionale su rotaia, il trasporto merci ferroviario fino alle politiche insediative “passive” e al telelavoro.

Insomma, i punti sono chiari e delineati. Auguriamoci solo che non rimangano lettera morta, ma che si mettano in piedi politiche in grado di dare finalmente risposte concrete a un tema fondamentale per il futuro delle nostre città.

[foto da ilsostenibile.it]



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