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Il Decameron

Creato il 21 giugno 2011 da Robydick
Il Decameron1971, Pier Paolo Pasolini.
Eccomi al primo film della "Trilogia della vita" di Pasolini, impresa impegnativa per me ma ci provo, perlomeno a godermeli e segnalarli, come film e basta, dubito di poterne estirpare i più profondi significati. Come disse qualcuno: "ognuno c'abbiamo i propri limiti".
Non solo diretto ma anche scritto dal grande intellettuale italiano (regista per lui è titolo riduttivo). Com'è ovvio è tratto nella sceneggiatura dal "Decameron" di Giovanni Boccaccio, scritto tra il 1349 e il 1351, insieme alla Divina Commedia di Dante (che rimane l'origine prima, sia chiaro) fondò le basi della lingua volgare italiana, opera d'importanza enorme e non solo per l'Italia.
Novelle bellissime e divertenti, qualcuna drammatica, difficile fare una classifica. Pasolini è formidabile interprete del c.d. "spirito boccaccesco", goliardicamente satirico e de-costumizzato, osando non poco per i tempi anche sui nudi. Pare sia il primo film italiano dove i genitali maschili sono ripresi senza veli, uno persino in piena erezione pre-copula, cosa sconvolgente persino oggi per la sessofobica (e quindi proporzionalmente infoiata) italietta.
Ecco le novelle, rappresentate nell'ordine come segue (preso da wiki):
  1. Giornata II, novella V - Il giovane Andreuccio viene truffato due volte, ma finisce col diventare ricco.
  2. Giornata IX, novella II - "Una badessa riprende una consorella ma è a sua volta ripresa per il medesimo peccato" (Tradotta in napoletano da un vecchio ascoltato dalla folla)
  3. Giornata III, novella I - Masetto si finge sordo-muto in un convento di curiose monache.
  4. Giornata VII, novella II - Peronella è costretta a nascondere il suo amante quando suo marito torna improvvisamente a casa.
  5. Giornata I, novella I - Ciappelletto si prende gioco di un prete sul letto di morte.
  6. Giornata VI, novella V - L'allievo di Giotto aspetta la giusta ispirazione.
  7. Giornata V, novella IV - Caterina dorme sul balcone per incontrare il suo amato la notte.
  8. Giornata IV, novella V - I tre fratelli di Lisabetta si vendicano del suo amante.
  9. Giornata IX, novella X - Il furbo don Gianni cerca di sedurre la moglie di un suo amico.
  10. Giornata VII, novella X - Due amici fanno un patto per scoprire cosa accade dopo la morte.
Anche se alcune novelle sono ambientate a Napoli e altre in Toscana, il film è portato tutto nella città partenopea e dialetto e cadenza ne rispetteranno i crismi (senza timori per niuno, tutto è perfettamente comprensibile). C'è un'affermazione dello stesso Pasolini che è utile riportare: "Ho scelto Napoli contro tutta la stronza Italia neocapitalistica e televisiva: niente babele linguistica, dunque, ma puro parlare napoletano". Non era uomo che dava fiato alla bocca in modo casuale.
Ogni tanto contestualizzo storicamente il film. Vediamo nel 1971 in Italia che accadeva e prendo in considerazione solo 2 episodi:
* 17 marzo – Roma, il ministro degli Interni, dopo le indiscrezioni edite da Paese Sera, rende noto il tentativo di golpe di Junio Valerio Borghese del 7 dicembre 1970; Borghese, colpito da mandato di cattura, scappa in Spagna. (Solo 2 mesi prima una commissione d'inchiesta a maggioranza DC, PSI, PSU e PRI aveva negato il golpe)
* 31 marzo – Italia: la pillola anticoncezionale non è più clandestina: è abrogato l'articolo 553 del codice penale che vietava la propaganda, la produzione e il commercio degli anticoncezionali.
Il primo l'ho citato solo per dare un'idea del clima politico, non è nemmeno commentabile.
Anche il secondo si commenta da sé. Non ricordavo nemmeno io che la pillola fosse addirittura punibile penalmente, parimenti alle droghe! Eran solo 40anni fa...
Quella era l'Italia che accolse questo film che mette tutti, furbi e onesti, laici e preti, mogli e monache, poveri e ricchi, su un unico piano, ovvero su una comune visione dei piaceri della vita, il sesso sopra ogni cosa ma anche ricchezza. Un campionario completo di umanità che esteriormente gioca un proprio ruolo, mentre intimamente non nega, anzi cerca con insistenza, spontaneamente il piacere. E' questa sensazione che m'ha pervaso nella visione, quella di una libertà necessaria ed inevitabile che non si può imprigionare in alcun modo, non c'è legge che tenga e tutti in queste novelle cercano questo. Non c'è nei protagonisti, che pure commettono "marachelle", quella spesso millantata soddisfazione che nasce dall'infrangere le regole di per sé. Qua si infrangono solo perché non si può fare altrimenti o quasi, ironizzando e prendendo in giro anche le debolezze umane stesse, come l'incredibile creduloneria che porta un uomo ad offrire la moglie nuda e a cavaceci a un prete che la deve trasformare in mulo, là tocchiamo proprio la vetta.
Come dicevo, andate altrove per trovare edotte spiegazioni, non ne sono all'altezza. Io metto questa splendida commedia tra i miei Cult semplicemente perché ho riso, ma tanto, e ho visto delle scene anche belle solo da vedere. Chiudo come chiude l'allievo di Giotto il film: "Perché realizzare un'opera quando è così bello sognarla soltanto?". Fortunatamente "Il Decameron" Pasolini non s'è solo limitato a sognarlo, ma l'ha anche fatto.
Visione inevitabile.
Prossimamente a completamento della Trilogia della Vita ci saranno "I racconti di Canterbury" e "Il fiore delle Mille e una notte".
Il Decameron
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