Un comunicato del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali la definisce una legge capace di “abbattere barriere e superare contrapposizioni ideologiche”: si tratta del Decreto Cultura, il provvedimento approvato definitivamente dal Senato questa settimana, con 159 voti favorevoli e 90 contrari.
Le importanti novità introdotte dal provvedimento nell’ordinamento italiano sono già note (leggi in proposito la nostra analisi della prima ora). Gli snodi fondamentali riguardano: ArtBonus, Grande Progetto Pompei, credito d’imposta per la ristrutturazione delle strutture turistiche, rafforzamento dell’indipendenza dei poli museali, “tax credit” per la digitalizzazione turistica. E non soltanto: tra le ulteriori innovazioni si allineano anche norme su Reggia di Caserta, recupero delle periferie, semplificazioni amministrative in campo turistico, foto libere nei musei, riesame dei pareri delle soprintendenze.
“Non c’è dubbio – ha affermato il Ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, in sede di discussione finale del Decreto in Aula – che la politica italiana non ha saputo investire come doveva e come poteva fare nella risorsa più formidabile che può avere per la crescita economica, per lo sviluppo, per la crescita delle singole persone ma anche per l’uscita dalla crisi e la crescita della nostra economia. Mi riferisco cioè a ciò che ci renderà più competitivi nel secolo della globalizzazione, vale a dire la nostra bellezza, la nostra storia, i nostri beni monumentali, la nostra creatività, l’intelligenza delle nostre giovani generazioni che purtroppo non riescono a utilizzarla nel nostro Paese”.
L’innovazione-simbolo del provvedimento è sicuramente l’ArtBonus, ovvero il credito di imposta al 65% per 2014 e 2015 (con un decalage al 50% nel 2016) per quanto riguarda le erogazioni liberali per gli interventi di manutenzione, protezione e restauro di beni culturali pubblici, per il sostegno degli istituti e dei luoghi della cultura pubblici o per la realizzazione di nuove strutture o il restauro e il potenziamento delle fondazioni lirico-sinfoniche e dei teatri pubblici. Questo credito viene riconosciuto alle persone fisiche e agli enti non commerciali nei limiti del 15% del reddito imponibile ed ai soggetti titolari di reddito d’impresa nei limiti del 5 per mille dei ricavi annui. Un incentivo molto importante per “spingere” ed implementare gli interventi a tutela dell’immenso patrimonio artistico italiano.
“Il Decreto Cultura è ora legge – ha concluso Franceschini, nella prolusione ufficiale – con alcune migliorie significative al testo originale frutto del dibattito parlamentare: finalmente anche in Italia ci sono strumenti fiscali adeguati per sostenere la cultura e rilanciare il turismo”. Ora è tempo di vedere l’efficacia sul campo della norma.