E questo è l'ultimo dei tre del commissario Arrigoni! Tutti letti e archiviati, infilati come natura morta negli scaffali dei libri che non hanno lasciato particolari tracce.
Questi libri ambientati nella lontanissima Milano degli anni '50 nascono da una bella idea, originale, spendibile, intrigante soprattutto per chi quegli anni li hanno vissuti in prima persona.
Sullo sfondo - almeno così io li ho letti e interpretati - la vicenda 'gialla', il noir che appare quasi sempre scontato, non dico banale, ma semplice come forse erano quegli anni.

In primo piano invece, con alterno successo, il periodo, gli usi, i modi di dire, che l'autore appena può fa emergere, esalta direi.
È in questo che Crapanzano non eccelle, perché ogni volta che si gira verso il passato, lo fa in modo troppo distaccato, quasi da osservatore non cojnvolto. E quindi tutto sembra essere una sequela di aneddoti o di modi di dire, senza alcuna passione 'dentro'. Quasi fossero articoli di un quotidiano.
È comunque divertente respirare, da milanese, aria del passato della nostra città.
Ed è bello, per quanto possibile, farsi trascinare dalla nostalgia, dal 'sanguis', dalla pizza che ancora non era arrivata, da una Milano operosa e solidale.
Quasi fantascienza!