Era da un po’ che non si sentiva parlare del metodo Boffo. Alla riunione della Direzione del Pd Bersani doveva avere proprio l’animo esacerbato per tirar fuori dal cilindro questo sfiancato cavallo di battaglia della sinistra più tetragona, quella che ciancia continuamente di depistaggi e di tutto il resto della paccottiglia. E perché ne parla continuamente? Ma perché essa vive di depistaggi. Tutta la narrazione sinistrorsa della storia dell’Italia repubblicana è un grandioso depistaggio. E anche il metodo Boffo è un depistaggio. Vi spiego perché, anche se lo dovreste già sapere.
Le pratiche d’infamia sono vecchie quanto la stampa e la democrazia. Da noi il fenomeno ebbe una potente accelerazione durante gli anni settanta, quando nacque La Repubblica, il giornale dell’Italia onesta e democratica. Fino ad allora la pur esibita diversità comunista trovava nella fede marxista una casa ma anche delle briglie. Libera da quella, la diversità potè diventare puro e freddo settarismo. Da allora la vita politica italiana, in senso lato, è stata caratterizzata da campagne di stampa senza scrupoli condotte allo scopo di sputtanare, sic et simpliciter, alcuni dei suoi protagonisti: alcuni democristiani, Craxi, e naturalmente Berlusconi in primo luogo.
Per trovare un nome adeguato per queste porcherie gli sputtanatori della società civile dovettero però aspettare il primo siluro sparato dalla stampa della società incivile: quello lanciato, appunto, dal Giornale di Feltri contro il direttore dell’Avvenire. Per dire dell’inesperienza dei fessacchiotti del Giornale in queste pratiche d’infamia, basti pensare che spararono ad un amico. Infatti l’Avvenire del duo Ruini-Boffo sostenne per anni, naturalmente con molta discrezione, la compagine politica berlusconiana. Ma nel 2009 – fu la stagione gloriosa di Patrizia D’Addario – la nostra stampa democratica e civile diede inizio alla più grande campagna di letterale sputtanamento contro un singolo uomo – l’utilizzatore finale – che la storia abbia mai conosciuto. Il mondo cattolico adulto dimenticò ogni misericordia cristiana e cantò nel coro dei fanatici. Boffo si sentì sotto pressione e scrisse qualche articolo contro Berlusconi. Feltri non capì un cavolo, e combinò, anche politicamente, una minchiata colossale.
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