Foto Galetto / Il Nazionale
3 APRILE – Non è una partita come le altre. Nonostante si continui, almeno da una certa parte della tifoseria dell’Hellas, a sostenere che il vero derby è quello con il Vicenza (e per un discorso di valore ”storico” è una tesi in parte accettabile) è pur sempre vero che il match con il Chievo rientra nel novero delle cosiddette “stracittadine” e quindi di derby a tutti gli effetti. I tifosi clivensi, in realtà, non hanno mai avuto questo dubbio, soprattutto perchè molti di loro, in passato, hanno tifato per entrambe le squadre e soltanto i fatti avvenuti nei primi due famosi derby in serie A della stagione 2001-2002 (e i successivi anni di rivalità sempre crescente, con l’Hellas sprofondato in Lega Pro e il Chievo a consolidare la sua presenza in serie A) hanno rotto l’incanto. Ciò detto è vero anche che sponda Hellas i tifosi chiedono insistentemente alla squadra di battere gli avversari e quindi evidentemente non è poi così vero che per loro il Chievo non conta nulla. Conta, conta eccome. Conta così tanto che in città non si parla praticamente d’altro da almeno tre settimane. Come se le sfide che nel frattempo sono state disputate non avessero avuto nessun’altra funzione se non quella di distrarre l’ambiente dal grande appuntamento.
Ebbene eccoci. Ci siamo. Si va in scena alla fine di questa settimana di passione. Sabato 5 aprile alle 18 tutti allo stadio, a tifare per la propria squadra. Ci si arriva con sentimenti e condizioni psicologiche forse contrapposte. Con il Chievo, in particolare, ancora invischiato nella lotta per non retrocedere e “affamato” di punti per raggiungere il suo obiettivo e con l’Hellas già salvo ma assolutamente (e giustamente) intenzionato a vendicare la sconfitta dell’andata – maturata, ricordiamolo, all’ultimo respiro con il gol di Dejan Lazarevic e per questo resa ancora più bruciante. Anzi, forse quello di battere il Chievo è uno degli ultimi stimoli rimasti per la truppa di Mandorlini, che per il resto non ha altro da fare se non chiudere dignitosamente un’annata straordinaria. Sarà sfida a tutti gli effetti, quindi. E i tecnici, Corini e Mandorlini, stanno preparando ciascuno a proprio modo una partita che per certi aspetti non ha bisogno di motivazioni e che – andata docet – di solito viene vinta da chi è capace di portare il “cuore oltre l’ostacolo”. In quel caso fu il Chievo, reduce dall’esonero di Sannino e con l’onda lunga del ritorno di Corini, a farla da padrone. Questa volta lo stesso Corini dovrà gestire una situazione apparentemente migliore di quella e proprio per questo più insidiosa. Il tecnico bresciano ritrova Luca Rigoni a centrocampo, ma perde Nikolas Frey in difesa, complice la prova televisiva che ha scovato un calcione a Balotelli del terzino francese durante la sfida di sabato scorso a San Siro contro il Milan. Un giocatore, Frey, che quest’anno ha forse giocato la sua miglior stagione da quando è in gialloblù e la cui assenza di certo peserà soprattutto in considerazione del fatto che di fronte si ritroverà gente come Marquinho e Iturbe. Due “tipini” da prendere a dir poco con le molle.
Foto Galetto / Il Nazionale
Corini punterà probabilmente sul 4-3-1-2 che recentemente ha permesso alla sua squadra di battere Catania, Genoa e Bologna. Con l’Hellas non troverà certo un avversario così morbido (soprattutto siciliani e felsinei hanno opposto davvero poca resistenza e il Genoa è stato domato grazie a due rigori “regalati” dalla difesa rossoblù), ma se la prestazione saprà essere convincente è possibile riuscire ad ottenere un risultato positivo. Che potrebbe, calcolatrice alla mano, essere anche un pareggio. Perchè se il Chievo riuscisse a superare indenne le due prove contro Hellas e Livorno, potrebbe poi giocarsi il tutto per tutto nella terza sfida di questa fase, quella contro il Sassuolo in casa nel turno “prepasquale”, e raggiungere così la soglia minima di 32 punti che permetterebbe di giocare le ultime quattro giornate del campionato (con ancora da affrontare Sampdoria e Torino ormai salve e con poche altre ambizioni, Cagliari – che potrebbe alla penultima giornata essere già salvo – e Inter) partendo da una quota ormai vicina alla salvezza.
Ma le tabelle è inutile farle, perchè prima di ogni altra cosa c’è l’Hellas da affrontare e non sarà facile spuntarla. Toni e compagni ci credono. Si sono risollevati con la vittoria contro il Genoa dopo una serie di quattro sconfitte consecutive e il ritrovato morale (complice anche aver retto, prima, e segnato, poi, in dieci contro undici per tutto un tempo) sarà senz’altro un volano anche per i tanti tifosi che – causa anche le polemiche seguite al famoso “rincaro” dei biglietti – avevano prima minacciato di non entrare allo stadio. In realtà è certo che accorreranno in massa al Bentegodi e noi ci auguriamo che per la città, i tifosi presenti allo stadio e i giocatori sia, comunque vada, una bella festa. Vissuta con senso di civiltà e null’altro. Perchè certi eccessi dell’andata, a dire il vero, non vorremmo più vederli. Ci riusciremo?
Ernesto Kieffer
Articoli Collegati:
- Verso la stracittadina..
- Un derby da Favola
- Due passi indietro
- Cambio di marcia