Dicono che al giorno d’oggi non si trovi più gente che abbia voglia di sporcarsi le mani. Troppo facile fare di tutta un’erba un fascio. Devo dirlo, non mi sono mai piaciute le generalizzazioni. Ci sono molti esempi, ne abbiamo scritto tanto nel nostro blog, che dimostrano il contrario. Esistono persone che hanno ancora voglia di sporcarsi le mani. Come Valeria Cifarelli, Matteo Prudenziati, Davide Rampanelli e Alessia Zema, le menti alla base di Controprogetto, laboratorio di progettazione e sperimentazione nato nel 2003 a Milano.
Ciò che realizzano sono arredi su misura, pezzi unici, allestimenti e spazi pubblici attraverso percorsi di costruzione partecipata, utilizzando materiali di recupero. Perché ad ogni materiale può essere donata nuova vita anche se all’apparenza consumato ed inutilizzabile. La sua storia lo rende unico e ciò che ad uno sguardo sfuggente può sembrare un difetto in realtà è ciò che lo caratterizza.
Anche se oggi, a causa della crisi, siamo più parsimoniosi sull’utilizzo delle risorse, bisogna ammettere che fino a qualche anno fa lo spreco era un lusso che molti di noi, così come molte aziende, si permettevano. Nessuno ci pensava perché si viveva nell’abbondanza. Alcuni invece, come i ragazzi di Controprogetto sì. Il loro laboratorio non è una riflessione spinta dalla crisi economica, sono nati quando nemmeno si sapeva cosa volesse dire la parola crisi, ma una missione, una reazione personale verso qualcosa di cui non trovano il senso. Per questo il loro nome è Controprogetto. Come dei salmoni controcorrente hanno nuotato nella speranza di non essere mangiati da un orso, e ce l’hanno fatta. Senza lamentarsi hanno proposto, costruito e progettato. Per questo oggi sono orgogliosa di proporli sul nostro blog, perché sono un bellissimo esempio per tutti i giovani. Alla faccia di quelli che vanno in giro a sproloquiare parole come bamboccioni, choosy, scansafatiche, etc. e non si accorgono delle cose magnifiche che molti ragazzi, anche vicino a loro, stanno creando. Perché alle volte, basterebbe solo guardare un po’ più in là del proprio naso…